mausito aggiornato al 13 maggio 2018
maurizio tiberti email mautib@gmail.com e mautib@fastwebnet.it - cellulare (+39) 333.7648676
Foto A. Giannandrea
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Maurizio Tiberti dagli anni 70 ricerca le portanti che caratterizzano la comunicazione sensoriale ed estrapola fin dalle prime opere i vettori principali che la individuano.
Inizia come grafico e realizza successivamente sculture cinetiche ove l'interazione con il fruitore è tattile ed immediata. Prosegue la ricerca sui codici di comunicazione quali "media" del quotidiano e contemporaneamente esalta in opere grafiche i fenomeni naturali della luce. Sperimenta la telematica quale topos integratore delle emozioni e ricerca, oltre quella umana nota, una comunicazione più totale che coinvolga la struttura oscillante biofisica, elettrochimica, neuroelettrica dell'uomo.
"...scrivere o esprimere un pensiero significa codificarlo, noi siamo saturi di colori, simboli e misure. Il linguaggio moderno lo rappresento con una scrittura tipo che nasce usando segni tecnologici ma non discosta da una scrittura primitiva. Ciò significa che il linguaggio più vicino a noi oggi è quello della macchina: positivo, negativo, vettori, intensità, forza, ecc.. Le macchine tra loro parlano e questo comunicare è per me la risultante attuale dell'evoluzione del segno. Riproducendo questo linguaggio suggerisco un'alternativa di significanti, ridimensiono quello che sembra oggi l'indispensabile. I mezzi per esprimere tale concetto sono vari, uso colore che è una modulante della vita. Un punto di colore significa: altezza, profondità, intensità, direzione, ..."
2018 REDSHIFT 2018 Hic Sunt Leones 2018 2017 HIC SUNT LEONES 2016 CONFESSIONES 2016 2016 DIGITUS 2015 RIFLESSIONI SULLA LUCE 2015 FIAT LUX 2015 2015 BIOTECHNE 2015 2014 BIOTECHNE 2014 Take One 2012 ENOTAURO 2012 2012 VIDEODECOMPOSIZIONE 2012 FILOTTETE 2010 Qui n'a pas son Minotaure? 2010 ICHTHYS 2010 Il Filo di Arianna 2010 100 Fiori 2009 BIOTECHNE 2009 GRAFFITI DIGITALI 2008 Enotauro - 2007 Riflessioni sulla luce - 2007 Libro d'Artista in Farmacia - 2006 Luce come energia come materia - 2006 Arte in Farmacia - 2005 Graffiti digitali - 1987 Quasar Terminal - 1987 Cromoscillazioni - 1982 Opere Grafiche 1975 Grafica e Sculture cinetiche
2016 CAVUM ET VIA 2015 Cieli al Celio 2015 Ventennale Massenzio Arte 2014 Artisti con Cataloghi al seguito 2012 Uovo d'Artista XI Edizione 2011 Uovo d'Artista X Edizione 2010 Un poeta per caso 2010 Uovo d'Artista 9a Edizione 2009 6a Biennale Libro d'Artista Città di Cassino 2009 Da vicino da lontano 2009 Artisti con bagaglio al seguito 2009 Visioni di Roma 2009 Uovo d'Artista 8a Edizione 2008 for AfricArt 2008 Impronta globale 2008 9a Rassegna Int. Libro d'Artista - 2008 Il "Nido" 2008 L'Uovo d'Artista VII Edizione 2007 V Biennale Libro d'Artista Città di Cassino - 2007 Mille Artisti per l'unità - 2007 8a Rassegna Int. Libro d'Artista - 2007 Cento sedie per cento artisti - 2007 L'uovo d'Artista VI ed. - 2007 L'Arte nel recupero - 2006 L'Attaccapanni - 2006 Libro d'Artista Mostra itinerante - 2006 7a Rassegna int. Libro d'Artista 2006 Workshop Accademia Belle Arti Roma - 2006 L'uovo d'Artista V edizione - 2006 Concorso per Monumento ai Caduti di Nassiriya - 2006 100 Sedie d'Artista - 2005 IX Premio internazionale Massenzio Arte 2005 Notte Bianca Roma - 2005 Premio Nazionale Latinamare III ed. - 2005 6a Rassegna int. Libro d'Artista - 2005 L'uovo d'Artista IV ed. - 2005 L'Arte seduta - 2004 VIII Premio internazionale Massenzio Arte - 2004 L'uovo d'Artista III ed. 2004 Contaminazioni - 2003 VII Premio internazionale Massenzio Arte - 1989 Far libro - 1988 Tele-visione - 1988 Fax for Pax - 1988 Telefax - 1988 Tra espressione e comunicazione - 1981 In-comunicazioni di massa - 1980 Giornate internazionali di poesia -
2017 Omaggio a Emily Dickinson 2015 La Porta Magica 2015 SIDEREUS NUNCIUS 2014 Atelier Giorgio Morandi 2014 Simposio di EBE 2014 Io sono il rosso 2013 Nutazione Cosmogonica 2013 ALCHIMIA 2013 2013 SI SEDES NON IS 2012 LINOTYPE 2012 Mura pelasgiche 2012 Omphalos 2012 Rivoluzione solare 2012 In Ovo Sapiens 2012 FILOTTETE 2011 AZOTH 2011 Chiostro dei Frati dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria - Roma 2010 ICHTHYS Chiostro Basilica Ss Quattro Coronati - Roma 2009 "GRAFFITI DIGITALI" Scalone Aula Magna Università di Roma, 2010 "Arcobaleno Traslucido" Argentario (GR) 2008 PIRINOS , 2008 IGROS
Grafica e Fotografia: 2010 150° Anniversario Unità d'Italia 2008 Random Luna Violetto 2007 La spedizione dei Mille - 1990 12 Cartoline d'Artista 12 - 1987 Cromoscillazioni - 1982 Fenomeni naturali della luce - 1975 Codici
Istallazioni e Sculture polimateriche: Segmento - 1981, Filtro - 2003, In ovo sapiens - 2004, Ovo Nero - 2005, Totemica - 2004/2005, Digital Graph - 2005, Ex Digito - 2005, LaserGraph - 2005, Omphalos - 2006, Lapis Niger - 1972/2006, Roma A.D. MMMVI - 1972/2006, Ovo Rutilante - 2007, Lanciatore di luce - 2007, Cromorotore - 2007, Arpa di luce - 2007
Libri d'Artista: Randomize - 1989, Ex Digitis - 2005, Fiat Lux - 2006, Isole Logiche - 2007, Totem - 2007, AvoTotem - 2007, Silicio - 2007, Sinapsi - 2007, Narciso - 2008, GRAFFITI DIGITALI - 2009
Opere cinetiche: Equazione della scultura - 1975, Tubo Luce - 1975, Tubo Suono - 1975, A - 1980, Quasar Terminal - 1987, Fontana di luce - 2005, Goccia di luce - 2005
Mobili d'Artista: Sedia Rosea - 2005, Minotauro - 2006
Telematica: Mosaico Telematico - 1988, Omaggio a Moebius - 1988, Esperanto Grafico - 1988, Omaggio a Wittgenstein - 1988
Annamaria Buonassisi-1987, Giacomo Carioti-2010 -2009 -2007, Luciano Caruso-1990, Alessandro D'Ercole-2005, Michele De Meo-1975, Anna Giannnadrea 2012/1 2010/5 2010/4 2010/3 2010/2 10/1 09/3 09/1 09/2 08/1 08/2 -2007/1 -'07/2 -'07/3 -'07/4 -2006/1 -'06/2 -'06/3 -'06/4 -2005/1 -'05/2 -'05/3 -'05/4 -2004/1 -'04/2 -1988/1 -'88/2 -1987 -1975, Patrizia Mencarani-1981, Maria Mencarelli-1982, Arianna Mercanti-2003 -2004, Maria Pia Michieletto-2007 -2006 , Gianluca Murasecchi-2005, Giuseppe Salerno-1988, Maurizio Zuccari- 2009, Claudia Quintieri- 2010, Smilja Janjatovic- 2010, Concetta Caminiti- 2010, Pisana Collodi- 2010, Giacomo Carioti- 2010, Rossella Berti- 2010 Vincenzo De Lauretis - 2012 Claudia Mencarelli - 2012
Corriere della Sera-24 Febbraio 2010, Giacomo Carioti-2007, Anna Giannandrea-2007 - 2012 , Maria Pia Michieletto-2005, Emilio Ricci-2007
2007 Maurizio Tiberti alla televisione T9 - 2007 Riflessioni sulla luce - 2008 Enotauro 1 Enotauro 2 - 2008 DNAutoritratto - 2008 "L'uomo che conta" 2009 Lapis Niger - 2009 6a Biennale Libro d'artista Città di Cassino 2009 Graffiti Digitali alla Università la "Sapienza" Biotéchne backstage Biotéchne da Ematube.it 2010 100 Fiori ai Ss Quattro Coronati 2010 Still Motion Movie LdA Università di Roma "Sapienza" 2010 Il Filo di Arianna da Giacomo Carioti, 2010 STILL MOTION MOVIE "VIAGGIO DI ICARO" 2010 Un poeta per caso 2010 "Filo di Arianna" Still Motion Movie 2010 "Arcobaleno traslucido" Still Motion Movie 2010 "ICHTHYS" still motion movie 2010 Performance IGROS 2010 Performance PIRINOS 2010 Foyer Colosseo Nuovo Teatro 2011 Performance AZOTH 2011 Presentazione LdA AVOTOTEM 2012 FILOTTETE Istallazione e Performance 2012 FILOTTETE backstage - Officina 2012 VIDEODECOMPOSIZIONE 2012 OVO STILITA 2012 Performance In Ovo Sapiens 2012 Performance Rivoluzione Solare 2012 Omphalos 2012 MURA PELASGICHE 2012 LINOTYPE 2012 2013 SI SEDES NON IS 2013 ALCHIMIA 2013 2013 Nutazione Cosmogonica 2014 Io sono il rosso 2014 Simposio di EBE 2015 BIOTECHNE 2015 2015 FIAT LUX 2015
1983 Maurizio Tiberti su TG3 2005 Maurizio Tiberti su Pianeta Arte 2006 Maurizio Tiberti all'Atelier di TusciaTour
CodiciSfereTuboLuceTuboSuonoASegmento
FenomeniQuasarTermina CromoscillazioniMosaico
MoebiusEsperantoGraficoWittgensteinRandomizeExDigitis
FiltroSéNarcisoInOvoSapiensViaggiodellaLuceOvoNero
TOTEMICAEMFSIGN
SediaRoseaOmphalosFiatLuxMinotauroDiacronicheRutilante
MilleIsoleAvoTotemSilicioSinapsi
LanciatoreCromorotoreArpaT-ShirtCartolina Pendovolo
Nido del SoleNarcisoRandomLunaViolettoDNAutoritrattoMulinoLuce
MinotauroViaggio di IcaroArianna e DionisoFilo di Arianna
Ovo AntikytheraBiotéchne10Biotéchne11100Fiori
Ovo Aufbau ICHTHYS Qui n'a pas son Minotaure
150°Unità d'ItaliaOvum UnitatisAZOTH 2011FILOTTETE
VideodecomposizioneOvo StilitaPerformance InOvoSapiens
RivoluzioneSolareOmphalosMuraPelasgicheENOTAURO2012
PIRINOS2012IGROS2012LINOTYPE2012
SI SEDES NON ISALCHIMIA2013Nutazione Cosmogonica
Io sono il RossoCATALOGHISimposio di EBEAtelierMorandi
SidereusNunciusBiotéchne2015FIAT LUX 2015STELE DATIConfessiones2016
MOSTRE E OPERE PRINCIPALI
1975 Personale - Grafica e Sculture cinetiche - Galleria l'Accento - Roma -torna all'inizio-
"Osservando attentamente le "strutture visuali" di Maurizio Tiberti, ciò che più colpisce è la mancanza di compiacimenti pittorici, quindi la risultanza estrema è la ricerca di mezzi atti a comunicare con segni tecnologici queste espressioni che si rivolgono all'intelletto più che ai sensi: per questo è priva di pittoresco nel modo tradizionale della parola, che per un linguaggio simile sarebbe una sovrastruttura inutile perchè solleciterebbe la nostra emotività. Ma l'obiettivo di questa nuova disciplina artistica, come già detto, deve stimolare con rapidità e sinteticamente una o più informazioni simultanee. Arte della semiotica dunque. Nel suo singolare modo di costruire questo linguaggio Tiberti usa il massimo rigore scientifico (nessun segno è dato al caso). Anche il colore ha la sua grande importanza, non solo come rievocazione di simbolismi accettati, ma come valore entrinseco, fisico ed oggettivo, infatti usa prevalentemente colori primari. Molto importanti, anche come realizzazione, sono gli studi di arte cinetica che questo artista è riuscito a realizzare: mi riferisco al "moto perpetuo" e autonomo delle grandi sfere metalliche. Ogni epoca ha i suoi modi di comunicare; l'artista d'avanguardia ha la sensibilità e la percezione di precedere i nuovi linguaggi e situazioni del futuro." (Michele De Meo)
Testi di Anna Giannandrea 1975
Codici: numerose serie di monotipi, stringhe-strutture realizzate con tecniche miste ed inchiostri colorati su carta (70 cm. x 50 cm.), espressioni della ricerca sui codici di comunicazione nella loro sensazione visiva oltre la valenza di significante e significato.
Equazione della scultura: istallazione cinetica dove cinque sfere interagiscono con il tempo e lo spazio, le sfere rotolando su di un piano definito e per un tempo stabilito, con le loro posizioni, i loro percorsi e le interazioni casuali hanno generato un evento campione del micro-macro cosmo.
"CINQUE SFERE METALLICHE DI 20 CM. DI DIAMETRO, SEMOVENTI E AUTONOME, SONO STATE POSTE SU DI UN PIANO DI 4 MQ. CON IL LORO MOVIMENTO CASUALE HANNO EFFETTUATO UNA SEQUENZA IRRIPETIBILE DI MOVIMENTI, INCONTRI E SPOSTAMENTI. LA DOCUMENTAZIONE DI QUESTA CASUALITA' E' STATA FATTA CON UN RILEVAMENTO FOTOGRAFICO, CAMPIONANDO LA SITUAZIONE DALLE ORE 20.00 ALLE ORE 20.15 DEL 28 MAGGIO 1975"
Tubo luce: Scultura cinetica di perspex e ottone cromato (lunghezza 138,5 cm. diametro 4 cm.) Il Tuboluce interagisce con il fruitore, quando afferrato ad entrambe le estremità si illumina e diviene, con il proprio fascio di luce, l'elemento "attivo" che chiude l'anello uomo-luce-uomo.
Il Tuboluce, nel circolo tattile che si crea tra l'oggetto scultura e le mani strette tra i partecipanti/e chiusi/o in circolo su di esso, è generatore di un flusso di energia che si manifesta ai fruitori solo con la luce. Ma nell'evento descritto oltre alla luce "ponte ideale tra i corpi" avviene l'azione concettuale della trasmutazione e "contaminazione" biofisica, dove l'energia, attraverso i salti quantici, migra da negativo a positivo da atomo a atomo da molecola a molecola da corpo a corpo nella sintesi dell'infinito circolo della natura. In teoria, essere un segmento dell'anello agito è partecipazione ad un happening dove si fondono e mescolano le fisicità dei corpi-materia che, dopo lo scambio elettro-fisico, per legge naturale si riequilibriano.
L'opera Tuboluce è stata motivo di performance il 18 settembre 2004 a Roma, alla manifestazione per la Notte Bianca "Contaminazioni di suoni, luci e immagini" presso l'ISA (Istituto Superiore Antincendi)
Tubo suono: oggetto scultura di perspex, alluminio e legno (Tubo: lunghezza 25 cm. diametro 8 cm.. Base: lati 10 cm. altezza 3,5 cm.). Il tubo manipolato dal fruitore, emette frequenze sonore, anche nella gamma dell'udibile, divenendo motore di un loop movimento-suono-movimento che reagisce a catena e mette in risonanza la struttura miofisica e sensibile dell'uomo.
1980 Collettiva - Giornate internazionali di poesia - La poesia come fisicità e materia - Teatro Affratellamento - Firenze -torna all'inizio-
A: struttura sonora in acciaio inox a forma di triangolo isoscele (base 120 cm. altezza 175 cm.), dove una parte mobile, rotolando sul piano triangolare raccoglie lettere dell'alfabeto a sè aderenti e compone la stringa fono-poetica.
Il grande triangolo posto a terra con sopra sparse le lettere dell'alfabeto ricorda sotto forma di gioco l'invenzione di Guttemberg, il principio base della stampa moderna a caratteri mobili: le lettere possono essere spostate tramite una palla automoventesi su cui aderiscono man mano che la circonferenza gira in lungo e in largo per il triangolo. ... (Paese Sera - 30 aprile '81 - Patrizia Mencarani)
1981 Collettiva - In-comunicazioni di massa - Biblioteca Nazionale di Roma <Castro Pretorio> -torna all'inizio-
Segmento: colonna di cristallo vuota semiaperta (a. 206 cm. l. 50 cm. p. 30 cm. spessore 0,5 cm.); ipotetica porzione di una colonna infinita sulla quale è scritto un testo nella parte concava, ma esso è fruibile solo dalla parte convessa e quindi non intellegibile.
...la sua forma, quella di un emisfero quasi perfetto, perchè il pavimento è un pò minore di un cerchio massimo, il che aggrava in qualche modo i sentimenti di oppressione e di vastità. Un muro lo taglia a metà; esso benchè sia altissimo, non tocca la volta. Da un lato sto io. Spinto dalla necessità di far qualcosa, di popolare in qualche modo il tempo, volli ricordare, nella mia ombra, tutto quello che sapevo...così andai debellando negli anni, così rientrai in possesso di quanto era già mio. Ore più tardi, cominciai ad avvistare il ricordo. Scrisse in modo che giungesse alle più remote generazioni e che non la toccasse il caso. Nessuno sa in quale punto l'abbia scritta nè con quali caratteri, ma ci consta che perdura segreta, e che la leggerà un eletto. Nell'ambito della terra esistono forme antiche; forme incorruttibili ed eterne; una qualunque di esse poteva essere il simbolo che cercavo. Forse nel mio volto era scritta la magia, forse io stesso ero il fine della mia ricerca. Non dirò la stanchezza della mia fatica. Spesso gridai alla volta che era impossibile decifrare il testo. Considerai che anche nei linguaggi umani non c'è proporzione che non implichi l'universo intero. Considerai che nel linguaggio ogni parola deve enunciare questa infinita concatenazione dei fatti, e non in modo implicito ma esplicito, non progressivo ma immediato. Più che un decifratore o un vendicatore, io ero un prigioniero. Dall'inesauribile labirinto di sogni tornai, come a una casa, alla dura prigione. Io vidi la ruota altissima, che non stava avanti ai miei occhi né dietro né ai lati, ma in ogni parte a un tempo. Intrecciate fra loro, la formavano tutte le cose che saranno, che sono e che furono, ed io ero uno dei fili di questa trama totale. Lì erano le cause e gli effetti e mi bastava vedere quella ruota per comprendere tutto, senza fine...(La scrittura del Dio, tratto da "Aleph" di J. L. Borges)
1982 Personale - Opere Grafiche - Galleria Segno Grafico Formastudio - Roma -torna all'inizio-
Opera/e in altre mostre: 2006 Workshop all'Accademia di Belle Arti di Roma, 2006 Personale - Mondelliani - Roma, 2007 Personale - Studio ARTEA - Roma
Fenomeni naturali della luce - Riflessioni & Rifrazioni: quattro acqueforti, realizzate con 4 differenti lastre di rame (lung. 35,2 cm. alt. 14,9 cm.) incise con la tecnica dell'acquaforte, stampate su carta bianca con inchiostro nero e decorate a mano, sul tema "la riflessione e la rifrazione" della luce e poi nella goccia d'acqua fino alla manifestazione del fenomeno naturale dell'arcobaleno.
La luce, nella sua costituzione e nelle sue manifestazioni è l'impianto su cui si fonda l'opera grafica di Tiberti. La luce è energia, fenomeno di quotidianità e consuetudine, elemento / condizione di vita, sintesi di ciò che ci circonda. Tiberti esamina tali fenomeni in modo essenziale, rigoroso e incisivo. Con linguaggio tecnologico moderno, accenna la magia dell'arcobaleno ed esalta le manifestazioni della luce. Sono colore e luce, intensità e grandezza, suono e profondità, le variabili che modulano, con infinite oscillazioni, l'universo. (Maria Mencarelli)
1987 Personale - Galleria Tempo Reale - Calcata (VT) -torna all'inizio-
Quasar Terminal: antenna-scultura in rame e legno dipinto nero (a. 200 cm. l. 100 cm. p. 50 cm.), l'istallazione interattiva tra il fruitore-reale ed il reciproco-ideale è vista quale "matrice passiva" dove l'uomo, entrandovi, la rende "matrice attiva" risuonando e comunicando, secondo il suo campione-codice del momento con l'universo intro-estroverso.
"In natura tutto risuona e risuonare con una precisa frequenza è sintonia ed oscillazione. Dall'universo lontano, rispondendo alle leggi della propagazione del magnetismo, dell'attività molecolare, risuonano ed oscillano, emettendo radio-onde fino a noi i "quasi stellar radio source" cioè i QUASAR, per i quali soltanto nel 1964 fu coniata questa definizione. Concettualmente M.T. va oltre la comunicazione umana dei sensi noti, e ne prefigura una più totale che coinvolge la struttura oscillante biofisica, elettrochimica, neuroelettrica dell'uomo. Entrando nello spazio profondo dove la comunicazione è risonanza per mezzo delle strutture atomiche, il QUASAR è individuato come il futur-satellite speculare verso il suo TERMINAL e verso l'universo aperto/chiuso. L'uomo quale TERMINAL ricetrasmittente di radio-onde e quale emettitore nella sua proiezione neuronica veicola l'energia e diventa mezzo e messaggio nel campo elettromagnetico dove ogni futur-energia è atta a comunicare. (Anna Giannandrea)
1987 Personale - Galleria Calcata Vecchia - Calcata (VT) -torna all'inizio-
... A Calcata è approdato ultimamente anche Maurizio Tiberti, che tra i tecnofili ha trovato la debita collocazione. Le sue Cromoscillazioni sono ricerche su un linguaggio - quello delle macchine - invisibile e luminoso. Dall'interno della fibra ottica le oscillazioni dell'energia vengono campionate in colori (giallo blu e rosso) utilizzati per rivelare il percorso combinatorio tra più ampiezze e frequenze d'onda, come un fenomeno d'interazione tra due e più punti. Il grafico che ne deriva è la visualizzazione dell'energia necessaria al processo telematico di quel linguaggio che ne è allo stesso tempo mezzo e messaggio. (il manifesto - sabato 6 giugno 1987 - Annamaria Buonassisi)
Opera/e in altre mostre: 1988 Collettiva - "Tra espressione e comunicazione" Premio internazionale Guglielmo Marconi - Bologna, 2006 Workshop all'Accademia di Belle Arti di Roma, 2006 Personale - Mondelliani - Roma, 2007 Personale - Studio ARTEA - Roma
Cromoscillazioni: otto acquaforti, realizzate con 3 lastre lastre di ottone (lung. 40 cm. alt. 9 cm.) incise con la tecnica dell'acquaforte, stampate su carta bianca in addizione con inchiostri di colore nero e dei colori fondamentali rosso, blu e giallo nelle loro possibili combinazioni (r, b, g, r+b, r+g, g+b, r+b+g, n+n+n).
La luce come energia è rappresentata graficamente nelle sue manifestazioni ondulatorie, oscillazioni misurabili in lunghezze d'onda, che identificano con i colori le varie sensazioni visive. L'energia nella comunicazione a distanza è supporto al processo telematico di trasmissione in tempo reale di codici: mezzo che determina il messaggio. M.T. legge dentro il veicolo di una fibra ottica le oscillazioni che trasportano il messaggio. Campiona l'energia dello spettro del visibile - ...dal rosso...al violetto... - e l'utilizza per rilevare il percorso/prodotto combinatorio tra più ampiezze d'onda, come un momento d'interazione fra due e più punti. Tiberti sostiene che le macchine comunicano tra loro ed ama il loro linguaggio. Ricerca e stralcia dal quotidiano tecnologico segmenti simbolici che con l'opera grafica, con la costruzione di oggetti cinetici e partecipati, rende macroscopici, tangibili, visitabili, coinvolgenti. (Anna Giannandrea)
1988 "TELEFAX" Roma-Nairobi - Galleria Alzaia / Roma & Watatu Gallery / Nairobi -torna all'inizio-
A Roma e a Nairobi, in contemporanea , l'uso di apparati telefax attraverso la rete telefonica ha permesso di realizzare due mostre assolutamente gemelle nella loro struttura centrale, con opere realizzate in multiplo hanno espresso la capacità della telematica di ripetere elettronicamente infinite volte, in luoghi tra loro lontani, realtà sempre uguali.
Mosaico Telematico: Collettiva contemporanea. Opera interattiva a dodici mani, dove un primo segno grafico (inchiostro nero su carta bianca formato A4) realizzato nella Galleria Watatu ha trovato, via fax, la continuazione a Roma per poi tornare, via fax, a Nairobi. La realizzazione si è conclusa con due mosaici di dodici tessere ciascuno, identici nella coesistenza di reale e virtuale in due luoghi.
Omaggio a Moebius: Contributo personale. L'istallazione (apparato telefax, carta bianca, inchiostro nero) realizzata con un nastro con scrittura su entrambe le facce. Il nastro, con il testo: OMAGGIO A MOEBIUS TRASMISSIONE FACSIMILE ROMA - NAIROBI '88, è inserito a Roma nella macchina telefax -trasmittente e poi sigillato come un anello di Moebius. Il messaggio si ripete così sempre uguale nella trasmissione, originando una ricezione senza fine a Nairobi sulla macchina telefax -ricevente ed esaltando l'andamento del rapporto spazio/tempo.
... Una coesistenza di reale e virtuale in un'opera in due luoghi. L"Anello di Moebius", messaggio inserito nell'apparecchiatura terminale dove viene sigillato, si ripete sempre uguale originando una ricezione senza fine; con questo intervento conclusivo Maurizio Tiberti accosta all'annullamento del rapporto spazio/tempo, che caratterizza la trasmissione, il concetto di eterno. ... (Giuseppe Salerno)
1988 Collettiva "Fax for Pax" - Galleria Alzaia - Roma / Galleria MR - Catanzaro -torna all'inizio-
Esperanto Grafico: monotipo in inchiostro nero su carta bianca formato A4, trasmesso da Roma a Catanzaro nell'ambito dell'iniziativa indetta dall'Accademia delle Belle Arti di Catanzaro.
1988 Collettiva "Tele-visione" - Galleria Tempo Reale - Calcata (VT) -torna all'inizio-
Opera/e in altre mostre: 2007 Personale - Studio ARTEA - Roma
Omaggio a Wittgenstein: apparecchio TV (mod. Minerva b/n 14") reso oggetto-scultura (a. 32 cm. l. 26 cm. p. 30 cm.); il cinescopio è acceso ma senza immagini, lo schermo è puntinato e saturato con inchiostri di tutti i colori dell'iride, sul mobile bianco di plastica una scritta in inchiostro nero concettualizza l'opera. L'istallazione televisiva è vista come una sorta di trasponditore tra energia elettromagnetica ed energia luminosa quale in-formazione sullo schermo che si sintetizza poi nel fruitore.
Le nuove tecnologie attraverso la fibra ottica, il laser, ecc. interconnettono la fonte di emissione ed il loro ultimo fruitore. In natura tramite la luce si concretizza nell'occhio, selettivamente, il colore grazie alle lunghezze d'onda rimandate dagli oggetti, quindi il messaggio cromatico viene recepito dal cervello. Anche nel media televisivo la luce è comunicazione. M.T. interpreta la superficie catodica come il luogo dei "quanti" di luce dove, in un processo inverso, ribaltato e speculare rispetto a quello retinico, gli impulsi elettrici diventano ottici. Le telecromoscillazioni dell'opera descrivendo fenomeni investigati, estrapolano dal processo tecnologico segmenti di una catena quali trasduttori ottico/elettrici su di una virtuale linea della luce come comunicazione. La luce come tale è colore. Molte sono le grammatiche che ne codificano le regole, varie le riflessioni che partendo dallo sventagliato spettro luminoso entrano nella filosofia della luce. In riferimento ad un famoso "viaggio", intrapreso da Wittgenstein attraverso la luce sotto forma di "Remarks on color", M.T. esplora i legami tra logica ed esperienza, del comunicare e dei mezzi, per chiarire la sintesi che sottende i concetti dei colori. Senza lo scopo di formalizzare un linguaggio del vedere, egli si addentra da sempre in analisi delle portanti della comunicazione a distanza, indica e stilizza percorsi logici interpretandolo artisticamente. (Anna Giannandrea)
...Quella che si può chiamare l'impressione totale "cromatica" di una superficie, non è affatto una specie di media aritmetica fra tutti i colori di quella superficie...Com'è costituita quella nostra immagine visiva che chiamiamo immagine di un mezzo colorato trasparente?...esistono apparentemente quelli che possiamo chiamare "colori sostanze" e quelli che possiamo chiamare "colori di superfici"...Quando parla di apparenza la psicologia connette l'apparire con l'essere. Ma noi possiamo parlare soltanto di apparire; ossia connettiamo apparire con apparire... (tratto dal libro "Osservazioni sui colori" di Wittgenstein)
1989 Collettiva "Far libro" Libri e pagine d'artista in Italia a Firenze - Casermetta del Forte Belvedere -torna all'inizio-
Opera/e in altre mostre: 2003 Collettiva Selezione per "VII Premio Internazionale Massenzio Arte" - I.S.A. - Roma ; 2015 Arte Telematica al Granarone Calcata (VT)
RANDOMIZE: trasfigurazione visiva di un oggetto di uso consolidato e ricorrente - libro - alla cesura storica e culturale del suo divenire attiene al Sé collettivo e sociale. Libro di 100 pag. 28x20 cm. Ed. 1988. Un esemplare, classificato %c (% primo segno della pag. 1 e c ultimo segno della pag. 100), si trova nella raccolta della BNCF (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), un secondo, classificato ok, presso un Collezionista romano, gli altri tre, classificati ?z, D# e Od, sono presso l'Autore. Prodotto in cinque esemplari unici e differenti, è stato realizzato da un calcolatore operante secondo un programma randomico. Le 100 pagine di simboli e caratteri utilizzati per comunicare sono state compilate dalla macchina elettronica e quindi trascritte con una stampante laser nel libro "contenitore". L'operazione, realizzata con caratteri noti in-segnati al calcolatore, non è accessibile all'uomo in quanto per lui priva di significato, testimonia un segmento di ricerca effettuata da M.T. dentro i mezzi e i linguaggi. Nell'indagine la sintesi di un blocco di simboli noti ha fornito un prodotto combinatorio di linguaggio-macchina secondo un percorso nel quale mezzo e linguaggio si identificano. L'opera è stata presentata nella collettiva "Far libro" Libri e pagine d'artista in Italia a Firenze - Casermetta del Forte Belvedere 19 aprile - 20 giugno 1989.
... Il tema dell'incomunicabilità torna nelle pagine negate alla lettura del libro Randomize di Tiberti - dove alle lettere si sostituiscono codici non decodificabili, inviolabili... (Arianna Mercanti)
1990 12 - Cartoline d'Artista - 12 Maurizio Tiberti fornisce un'opera-matrice per la raccolta curata da Luciano Caruso stampata nel mese di dicembre 1990 dalla Tipo-Lito B. Pochini di Firenze in 620 copie di cui 120 riservate agli autori 300 agli amici dell'editore e del curatore e 200 liberamente in circolazione. Le brache di Gutenberg: cronaca n.s. 16 collana a cura di L. Caruso e S. Puccetti.
La miseria della critica spettacolare oscilla tra cadute ed autoesaltazioni e mostra la propria impotenza nel mentre organizza megaesposizioni, che hanno pretese epocali fra Italie 90, 92, fin di secolo, chiusure di millennio e apocalissi inesistenti. Il guaio è, dal suo punto di vista, che, ignorando qualsiasi esperienza che non rientri nella koiné imperante, i partecipanti sono condannati dal numero stesso a confondersi con il paesaggio e a perdere d'identità, essendo di fatto intercambiabili per scelte personali e per imposizioni esterne. A tanto conduce il compito, che i critici e gli esperti si sono assegnati, di gestire l'esistente "ogni giorno più disgregato e graveolente", in cui tutto equivale a tutto, sotto l'apparenza di un mutamento veloce ed ossessivo di personaggi e valori. Tutte le esperienze che non rientrano nei loro schemi aprioristici sono considerate vane ed inutili e marginali ed accolte dal silenzio più totale di siffatti ringhiosi guardiani del sistema imperante. Eppure, tutto quanto è accaduto e ancora accade di passione e di rischio avviene poi tutto al di fuori del loro miope sguardo mercantile e corrotto. Voci di frontiera, certo. Voci segrete che circolano nella piccola società, che di fatto esse stesse costituiscono. Ma anche le uniche voci autentiche ed irriducibili allo spettacolo totale, che pretende di far coincidere l'esistente stesso con il suo doppio, astringendo ogni cosa nel letto di procuste del consenso imperante. Ma tale pretesa della critica spettacolare non avviene senza residui e non riuscirà mai ad impedire la presenza di un dissenso estetico (come quello documentato anche in questo ottavo "volumetto a pagine staccabili" de Le brache di Gutenberg), che una volta organizzato in piccola società dà luogo ad un confronto, che non crediamo sfavorevole per noi. Luciano Caruso
2007 Personale - Studio ARTEA - Roma -torna all'inizio-
Filtro - 2003: struttura a rete in alluminio anodizzato ( a. 56 cm., l. 80 cm., p. 5 cm.). Le superfici riportano i colori dell'iride applicati secondo gli assi di simmetria ed effettuano rotazioni che modulano le posizioni del colore nelle varie celle. La struttura propone la campionatura di ventotto maglie elementari di un filtro/gabbia idealmente infinito. Solo la luce, tra le energie che ci circondano quali "elementi inquinanti", lascia nel "filtro" tracce del visibile. Esso è attraversato completamente dalle altre energie, note ad oggi, presenti nella gamma. Gli altri elementi energetici quali raggi cosmici, campi elettromagnetici, ecc., non filtrati, si propagano oltre il filtro inteso come "rete esterna". Essi investono ed interagiscono con i gangli di un'altra "rete interna" costitutiva e strutturante ciascun individuo. Questa interazione, non monodirezionale, tra organismi ed ambiente è costitutiva del Sé; negli umani struttura consapevolezza e autodeterminazione ancorate al ripetersi delle azioni, al quotidiano, ecologiche.
2003
Sé Narciso: composizione costituita da uno specchio piano di cristallo, su quale è poggiata, libera, una sfera sonora di argento. L'opera propone l'interazione tra sfera e piano, dove lo specchio, riflettendo parte della superficie della sfera mostra solo alcune delle infinite facce definite dal confine ottico, esse sono a loro volta campionate da vibrazioni anch'esse indefinite. In reciproco lo specchio, inteso quale topos del Sé Narciso, rimanda solo la immagine delle infinite manifestazioni del Sé, in un circolo dove azione e reazione rotolano nella rivoluzione cosmica della natura umana.
L'evocazione mitologica si anima nel cerchio cosmico reso dallo specchio e dall'argento che ben oltre l'ammirazione narcisista delle proprie azioni e degli attributi fisici diviene circolo epistemologico della mente perchè "siamo noi in un certo senso la sconcertante sintesi vivente di un problema che non sappiamo risolvere perchè in noi sta il problema e la possibilità di risoluzione"
2004 Collettiva "L'Uovo d'Artista III edizione" - Galleria: Il Granarone - Calcata (VT) -torna all'inizio-
Opera/e in altre mostre: 2006 Personale "Arte in Farmacia" - Farmacia Verbano - Roma
In ovo sapiens: Composizione polimaterica in materiali vari (larg. 100 cm., alt. 70 cm., prof., 18 cm.)
L'OVO è al centro..., è sospeso in una situazione dinamica, in asse con gli altri elementi della composizione con i quali risuona, manifestando all'osservatore la sua potenziale energia nella serialità spaziale - ovo, metallo. sfondo - e, nell'ipotetica relazione spazio-tempo, ogni tipo di energia esplode, oscilla, ondeggia, si espande e si rivela nelle varie forme verso un fondo buio ed ignoto...infinito.
L'OVO è sapiente, capace di generare, quale anello (pre e post) del complesso reticolo energetico dell'essere come una sorta di "punto fermo" nei vari cicli dinamici della natura.
L'OVO è mistico, nella Pala di Brera è simbolo del concepimento virginale, l'Ovum Struthionis, ritenuto dai mistici medioevali fecondato dai raggi del sole, diviene figura dell'Immacolata in quanto "se il Sole può far schiudere le uova di struzzo perchè una Vergine non potrebbe generare per opera del vero Sole".
L'OVO è esoterico, filosofale, cioè contenitore delle misture alchemiche segrete indirizzate a pochi allievi in grado, secondo il giudizio insindacabile del Maestro, di recepire la filosofia ermetica.
M.T. propone dunque, nella semplicità della composizione - ovo, energia, ignoto - una complessa iperbole di significati in un arduo significato della conoscenza. (A. Giannandrea)
...Maurizio Tiberti, artista dalle molteplici ispirazioni nel contesto tecnologico contemporaneo, che ha presentato l'opera polimaterica "In Ovo Sapiens": su uno sfondo di cangiante fluttuare di colori primari, ecco si mostra un uovo, a forma di uovo, color uovo, che, sospeso ci guarda in tutta la sua enigmaticità, con una carica energetica di potenzialità vitale che sconcerta. Intrigante anche lo scambio semantico e fonetico tra l'"ovo sapiens" e l'"homo sapiens" dal quale si è "schiusa" tutta la progenie della nostra civiltà. L'uovo depositato in terra dagli esseri alati e perciò più vicini alle idee uranie, l'uovo insomma sia come metafora di una "summa" di saperi protetti che solo l'amore per la conoscenza fa schiudere sia come realtà di futuri embrioni nella speranza di rinnovarsi della vita è l'eterno emblema degli uomini-uovi: tutti uguali, tutti diversi... (Maria Pia Michieletto www.pianeta-arte.com )
2004 Collettiva Selezione per "VIII Premio Internazionale Massenzio Arte" - I.S.A. - Roma -torna all'inizio-
Opera/e in altre mostre: 2007 Personale - Studio ARTEA - Roma
Viaggio della luce: Composizione di materiali vari (lunghezza 200 cm.) e luce
La struttura denominata il "viaggio della luce" (Point of no return) espone in modo tattile e visivo la migrazione della "luce", componente fondamentale dell'opera, verso un elemento nero a forma di remo (simbolico del viaggio). La luce, in questo caso, viene osservata nel suo aspetto meno conosciuto di energia materica che vibra e si propaga a velocità costante; nell'Universo nulla è più veloce della luce.
I raggi di luce nel procedere con moto circolare, quasi satelliti che, regolati dalle forze di gravità, ruotano intorno ad un pianeta, sono attratti verso il centro. Le stringhe fotoniche con le loro traiettorie, nello spazio-tempo, s'incurvano e si avvicinano fino al "point of no return", dopo il quale, detto "Orizzonte degli eventi" nulla può evadere o accadere.
Quindi l'istallazione, nel concettuale è dinamica dall'esterno fino ad un punto centrale singolo e più intenso della massa nera, dove sia lo spazio e sia il tempo non esistono.
Il "Viaggio della luce" s'immagina verso la stella Cygnus X-1 della Costellazione Cygnus identificata dagli astronomi come un Buco Nero, cioè un corpo il cui enorme campo gravitazionale cattura tutto ciò - anche la luce - che gli giunga abbastanza vicino e non può più lasciare la sua superficie a "senso unico", perchè per farlo dovrebbe viaggiare ad una velocità maggiore della luce.
Si propone quindi un viaggio, al limite noto agli astrofisici, attraverso gli opposti luce-buio quale metafora del binomio vita-morte, dove il nostro materico-atomico ed il pensiero stesso scivolano verso il confine ignoto del nostro orizzonte degli eventi. (Anna Giannnadrea)
... Alcuni oggetti della vita di tutti i giorni rendono visibili e tangibili memorie in Viaggio della luce/Point of no return di Maurizio Tiberti - in cui l'oggetto inserito nel cerimoniale artistico acquista una seduzione del tipo "magico", evocativo di scenari occultati e rimossi dagli obblighi della funzionalità quotidiana ... (Arianna Mercanti)
2004 T-Shirt Futurista "suoni onomatopeici" tratti da Il Bombardamento di Adrianopoli (1924) di Filippo Tommaso Marinetti. -torna all'inizio-
"...TAM TUUUM TARATATATATA BUUUM ZANG TUMB TUMB TUUMB..."
Foto: E. Ricci
Maurizio Tiberti l'ha ideata ed indossata nel 2004 per una Serata Futurista presso la Villa Mencarelli a Ponte a Ema - FI, nel 2005 per una Performance Futurista presso il MICRO di Roma, nel 2007 al finissage di Libro d'Artista in Farmacia alla Farmacia Verbano di Roma.
Altri indossatori: dal 2004 Anna Giannandrea Curatrice e Storica d'Arte, dal 2007 Daniele Carioti Giornalista, Collezionista, Esperto anni '80 ( www.80s.it ) ed Emanuele Carioti Giornalista, Musicista, Editore e Performer ( www.emanuelecarioti.com) ( www.ematube.it )
2005 Collettiva "L'Uovo d'Artista IV Edizione" - Galleria: Il Granarone Calcata (VT) -torna all'inizio-
Ovo
Nero: Colonna polimaterica a base quadrata (lato 30 cm.,
altezza 104+76 cm.).
Complessa
struttura a strati che si ipotizza infinita, formata da n moduli
multicella ciascuno di 30 celle elementari vuote; solo in una cella,
all’interno ed al centro del reticolo, è depositato un uovo. L’uovo è nero
e con la sua “Presenza” materica sintetizza ed amplifica, in contrasto con
il vuoto delle altre celle, il concetto filosofico di “Assenza” dove, per
esempio: la rimozione del soprannaturale, il pensiero negativo, l’assenza di
colore, il vuoto, il silenzio, il nulla... costituiscono gli elementi fondativi
e pervasivi della modernità e della definizione di positività.
L’opera “Ovo Nero” è quindi simbolo del
potere replicante custodito nella cellula uovo e dell’intricato reticolo
dell’evoluzione biochimica della vita, sviluppata poi nelle sue varie
manifestazioni biologiche.
La cella, scelta al centro della struttura, nella
metafora, diviene inizio-centro e racconta,
con lo snodarsi di segni grafici avvolgenti, cella per cella, il mito
dell’origine della vita, secondo la cosmogonia orfica.
”ALL’INIZIO
DI TUTTO, NOTTE NERO ALATA, GENERO’ UN UOVO D’ARIA.
SBOCCIO’ EROS CHE UNITO A CAOS, DALL’AMPIO TARTARO TRASSE ALLA LUCE,
PRIMA,
LA NOSTRA GENTE.”
Aristofane, “Uccelli” 693-702
2005 Biblioteca Casanatense - Roma - 6a Rassegna Internazionale di Libro d'Artista -torna all'inizio-
Ex
Digitis: Libro
d’Artista, intervento polimaterico sul Catalogo, denominato “alfabeti”
e numerato 353/500 (cm. 22,5 x
22,5 pagg. 120), edito
per la precedente 5a Rassegna Internazionale di Libro d’Artista – ed. 2004,
presso la Biblioteca Casanatense di Roma. In particolare, il libro oggetto
"alfabeti",
mostrava esclusivamente i nomi degli artisti, i titoli e le tecniche di espressione
utilizzate per le opere ma senza mostrare le stesse. L’intervento di Maurizio Tiberti, sul libro "alfabeti",
coerente con il tema del “passaparola” scelto
per l’edizione 2005 della rassegna, conduce così all’opera-libro dal
titolo Ex Digitis,
dando continuità ad alcune delle opere già esposte nella precedente rassegna.
Il filo conduttore è la comunicazione visiva,
nel momento di sintesi che si attualizza attraverso la scelta delle lettere
dell’alfabeto e la composizione dei messaggi digitando su di una tastiera, ad
esempio gli SMS; le dita scelgono le lettere/cifre sul media nella corretta
successione determinando il passaggio da significanti a significato.
Ex Digitis è quindi memoria dell’istante cinetico, integrazione tra il pensiero origine e l’azione tattile di individuare il topos delle varie lettere dell’alfabeto fino alla completa formulazione del messaggio e la sua avvenuta comunicazione. (Anna Giannandrea)
Foto: MPMichieletto
2005 Personale "GRAFFITI DIGITALI" Galleria Massenzio Arte - Roma (Testi Anna Giannandrea) -torna all'inizio-
La Mostra è un percorso tra opere polimateriche
interattive del 2004 e 2005 ed induce riflessioni critiche su quotidiani oggetti
tecnologici.
Dall’assunto di Eibl Eibsfeld sull’Etologia
Umana che ipotizza compenetrazioni e contaminazioni tra Scienza e Arte che hanno
in comune sperimentazione e gioia della scoperta di super segnali, Maurizio
Tiberti pratica la ricerca come necessità dialettica su “materiali” come la
Luce che lascia segni che sottendono ai protocolli di comunicazione.
Il percorso espositivo inizia con sette
grandi Totem,
presenze che interagiscono con il visitatore, che fondati sull’Universale di
territorialità, portano simboli e segni dell’era tecnologica. I Digital
Graph sono la loro espansione in trenta pezzi in una composizione di
stringhe alfanumeriche in un contesto di pittografica totemica. Gli Ex Digito
sono tastiere simbolo, oggetti sacrali che diventano in questo contesto un
fenomeno antropologico. Il Lasergraph compie nel passaggio finale,
l’enucleazione del segno, inizialmente originato dal gesto, qui proposto come
energia pura.
Totem
2004 - 2005:
Sette strutture polimateriche (lunghezza 250 cm, base 12 x 12 cm), “simboli” e
“segni” odierni a indicare le modalità e gli strumenti, protocolli,
vessazioni, e necessità, interazioni imprescindibili, consapevoli o
automatiche.
TotemEMF:
campi
elettrici e campi magnetici concatenati, vettori invisibili, inevitabili, linee
di forza, flussi sui quali volontà, desideri e necessità si propagano e
s’incontrano con altre portanti complementari.
TotemSIGN: Iconografia
dei simboli per comunicare, magazzino dei segni, numeri e lettere esposti
in modo randomico.
TotemNBR: Il colore diviene messaggio, il codice di traduzione del messaggio, dal significante del numero al relativo colore, assume l’aspetto totemico nell’alternarsi di caledoscopiche liste alternate a numeri e relativi colori.
TotemDISC:
Compact-Disc, dischi magazzino, contenitori-deposito di memorie, di emozioni, di
sensazioni dove le portanti necessarie a comunicare, quali i suoni, le immagini,
i segni, i colori, i dati, ecc., sono (ascritti e bruciati) depositati-affidati.
Quindi il totem diviene “avototem”, potente tutore del secolo, custode del
noto e sapiente maestro, abile nel restituire-rigenerare, ri-attivare il nostro
processo sinaptico, attingendo alla “sua memoria” costituita da gangi di
plastica e di luce.
TotemTAB:
E’ interattivo e custode della tastiera standard dei media di comunicazione,
quasi un “tabernacolo” che ospita un elemento sacrale; il totem reagisce
alla presenza e si mostra.
TotemCELL:
Gusci di macchine per comunicare, conchiglie vuote, quasi cavità dove ancora
risuonano gli echi delle parole, dei pensieri-emozioni formulate prima nella
mente, poi espresse e scambiate con un remoto ricevitore con l’aspettativa di
una eventuale accoglienza. Essi restano
affissi come ex voto e divengono totem a significare l’azione, a ricordare, a
materializzare a “ringraziare” le potenziali sperimentate capacità passate
e future del “media”.
TotemGRAPH:
Grafiti digitali dove i pensieri-azione della comunicazione si attualizzano
attraverso la composizione delle stringhe
alfanumeriche sulla tastiera del media.
I “segmenti – percorsi” che serializzano e
collegano i differenti segni di significato elementare (numeri e lettere) di una
tastiera telefonica nel suo layout più noto, diventano significanti e quindi
graffiti del secolo in un contesto di pittografica totemica ed approdo, dal
mezzo di comunicazione, all’icona tecnologica del media-messaggio.
Digital
Graph:
Il pensiero da struttura mnemonica diviene azione e
si attualizza con la composizione tattile delle stringhe alfanumeriche sulla
tastiera del media. Blocchi polimaterici (10 x 10 x 2,5 cm); la realizzazione consiste in
30 elementi uguali, ma differenti nei segni che attuano il graffito, essi sono
stati classificati ciascuno con il suo Codice che li identifica e numerati da 1 a
30 con n/30 che li identifica nella serie (*741236985 – 01/30,...4753621# -
30/30).
Ex Digito: “oggetti” sacrali, con la valenza di ex voto; le tastiere del telefono, diventano simbolo, espressione tattile per gestire e risolvere situazioni ed emozioni, angoscia, gioia, pericolo imminente, attraverso il media telefonico entrando in comunicazione con una entità remota. E’ in questo contesto che gli Ex Digito divengono icona del P.G.R. (Per Grazia Ricevuta), fenomeno antropologico. Pannello polimaterico (larg. 70 cm. alto 50 cm. prof. 4,5 cm.)
LaserGraph:
l’ultima istallazione, è un
pendolo che oscillando produce un fascio di energia luminosa che traccia e
scolpisce un graffito di luce.
2005 Collettiva "III Edizione del Premio Nazionale LATINAMARE" -torna all'inizio-
Opera/e in altre mostre: 2006 Personale - Luce come energia come materia - Mondelliani - Roma, 2007 Personale - Studio ARTEA - Roma, 2009 Collettiva - Da vicino da lontano - Temple University Rome
Fontana di luce “Lux cavat lapidem” Istallazione
di luce, metallo, marmo e materiali vari (altezza 104 cm., base 25 x 25 cm.).
L’opera propone una raggio di “luce coerente” su di un elemento di marmo posto alla sua base. La presenza – assenza di una goccia di luce rossa si manifesta a tratti, oltre la luce naturale dell’ambiente, sprizza e gocciola verso il basso esaltando il suo aspetto materico.
Il fascio di luce, per i nostri sensi, nei dintorni del colore rosso - originato da un elemento LASER (Light Amplification Stimulated Emission of Radiation di wavelength 630-680 nmt.) - in questo caso è la sorgente.
Come nel noto versetto “...Gutta Cavat Lapidem...” di Ovidio, dove nella metafora e con il perseverare una goccia scava la pietra, nella Fontana di M.T. “Lux Cavat Lapidem”.
La stringa fotonica cade e con la sua traiettoria colpisce la pietra, riproponendo il messaggio in una sorta di trasposizione moderna sia nella interpretazione della forza mentale dello stillicidio e sia nell’aspetto fisico della goccia di luce stessa.
L’istallazione,
nel concettuale cinetico, oscilla quindi tra la valenza astratta di elemento che
esalta sia la forza delle idee e sia le modalità di proporle ed una sorta di
Fontana del futuro, materica dinamica e fisica nell’ipotesi dell’impatto dei
fotoni con la pietra.
M.T.
propone quindi un viaggio mentale dalla forza delle idee e la loro
determinazione ad una evoluzione futura dove la luce, oltre al biologico
archetipo, si alterna e si integra all’acqua rafforzando il ciclo acqua-luce-vita
nel quale la vita può esistere e si è già sviluppata nelle sue varie
forme.
L'opera "Fontana di Luce" è stata presentata anche alla Collettiva della Notte Bianca, a Roma il 17.09.05, presso l'ISA (istituto Superiore Antincendi)
... Più che mai, in questo momento storico, l'approccio matematico e scientifico dell'artista si rivela coerente con il nuovo senso estetico della società ed i suoi processi d'informatizzazione. La "fontana di luce", scultura luminescente è una sintesi di questi concetti, e la sua complessità impone all'osservatore di guardare anche, e soprattutto, con la ragione. ... (Alessandro D'Ercole)
2005 Collettiva selezione per "IX Premio Internazionale Massenzio Arte" - ISA - Roma -torna all'inizio-
Opera/e in altre mostre: 2007 Personale - Studio ARTEA - Roma
Goccia di luce “Lux cavat lapidem” Istallazione di luce, pietra, metallo e materiali vari (altezza 153,5 cm., base 25x25 cm.).
... Ma anche nel fuoco artificiale di un laser Maurizio Tiberti media l'impatto di una fredda scintilla su una esanime pietra, il brivido di calore è mosso allora dalla razionalità che ha spinto quella fonte a dare cenno di elevatezza presso l'eterno silenzio delle cose. ... (Gianluca Murasecchi)
2005 Collettiva "L'Arte seduta" presso la Galleria L'Arte è... a Calcata (VT) -torna all'inizio-
Opera/e in altre mostre: 2006 Collettiva 100 Sedie d'Artista - Fiera Vitarte - Viterbo, 2007 Collettiva "Cento sedie per cento artisti" - MOACASA Primavera 2007 - Roma, 2010 Esposta a "Un poeta per caso" nel Chiostro della Chiesa della Madonna del Monte - Marta (VT) ( video un poeta per caso )
Sedia Rosea: sedia - oggetto (h 77, lung. 45, larg. 44 cm.) su base (h 5, lung. 45, larg. 42 cm.).
Sedia
di legno, tolta dall’uso comune di mobile per arredamento,
che diviene “sedia oggetto” nel momento in cui viene estrapolata dal
contesto dell’uso quotidiano. Con un processo metafisico, onirico, dandogli
una valenza differente da quella per la quale è stato realizzato e seguendo la
portante del colore rosa, che è dominante, M.T. realizza la “Sedia Rosea”.
Nel percorso viene citata la poesia “The Notice that is called the Spring” di Emily Dickinson (1830 – 1886), versi in cui la poetessa americana costringe l’idea di una immagine desunta dalla intimità della casa a caricarsi di forte concentrazione emotiva.
The Notice that is called the Spring
Is but a month from
here –
Put up my Heart thy
Hoary work
And take a Rosy Chair
-
M.T. materializza in “Sedia Rosea” il topos
dell’emozioni di precognizione dell’avvento della Primavera, la fuga dai
pensieri grigi e la scelta di cambiamento nello stile della vita, che viene
simbolizzato nella proposta ...And take a Rosy Chair –,
quale icona della mente.
“Sedia Rosea” è oggetto che stressa il ruolo e il significato del tempo e diviene oltre che un fuori luogo, un fuori tempo.
L’accostamento di fenomeni diacronici, la scrittura evocativa, provocatoria – i dash poetici - di Emily Dickinson del 1874 e la sedia, che è autentico elemento di arredo anni ‘60, può meravigliare. Appare come una “interpretazione tipologica” della storia, operazione mediante la quale si combinano due eventi (la poesia e la sedia) lontani uno dall’altro da un punto di vista causale e cronologico, ai quali si attribuisce un significato comune. Siamo oggi soliti considerare i fatti storici e tutto ciò che accade, come uno svolgimento continuo in successione temporale e cronologica, ma nel passato lontano, in società tradizionali di livello prescientifico però, si ricorreva all’interpretazione tipologica della storia con addizioni naturali di fatti lontani per spiegare il significato di un evento attraverso la sua proiezione verticale sul piano di un disegno superiore, altro, metastorico, che magia, mitologia, religione si incaricavano di descrivere. Oggi ancora, nella psicologia analitica questo è il fondamento della struttura dei cosiddetti nessi acausali. La “Sedia Rosea” è sedia magica e poetica e nella fusione che contempla l’attualità del messaggio di Emily Dickinson, l’opera di M.T. vive grazie a questo ruolo del tempo con attinenza ad un nuovo MODULOR della nostra mente. (Anna Giannandrea)
2006 Collettiva "L'Uovo d'Artista V Edizione" - Galleria: Il Granarone Calcata (VT) -torna all'inizio-
Omphalos: Telaio-Istallazione polimaterica (104 x 60 x 5 cm)
L’opera richiama i significati della Lunetta di
Montovolo, le pietre ovoidali di Marzabotto che nel mondo etrusco erano poste
sulle tombe e nelle fondazioni delle città quali segni di rinascita. Presso i
Romani la pietra-omphalos era posta nel mundus, la fossa scavata
all’atto della leggendaria fondazione di Roma in cui tutte le genti raccolte
da Romolo gettarono un pugno della propria terra di origine e indicava il centro
del mondo: Roma caput mundi e quindi Umbelicus del mondo.
L’opera Omphalos di Maurizio Tiberti
s’ispira alla Tomba dei Tori a Tarquinia (IV sec a.c.) dove, sulla
parete al centro, tra i due accessi alle camere funerarie, l’architrave è
decorato con fregi di uova crociate, le superiori con la croce rivolta verso
l’alto – mondo terreno e volta celeste -, quelle di sotto rivolte verso il
basso, indicano il mondo degli inferi.
L’architrave ha valore simbolico e di cesura, e
nell’architettura delle scene dipinte, è demarcazione tra cielo e terra, tra
realtà soprannaturale e realtà naturale; macrocosmo e microcosmo sembrano
corrispondersi con palesi e segreti richiami entro un preordinato sistema
unitario, nel quale l’orientamento e la divisione dello spazio assumono
un’importanza fondamentale.
Il Telaio-Istallazione di M. T. è a sua volta
simbolico perchè come fregio grafico-scultoreo, è un “fuori luogo” avulso
dal contesto funerario dove sta in consonanza con un principio di partecipazione
mistica e di indistinzione tra divino e umano che richiama alla mentalità dei
popoli arcaici, già allora arte proto-concettuale.
La composizione Omphalos ha forte valore
evocativo del potere replicante dell’uovo e di rinascita dopo la morte,
significa vita e rigenerazione di idee e valori in molte civiltà tanto
primitive che attuali. (Anna Giannandrea)
2006 Fuori Luogo / Out of Place 7a Rassegna Internazionale di Libro d'Artista -torna all'inizio-
Mostra Itinerante: Biblioteca Casanatense Roma - Centro Pecci Prato - Museo Morandi Bologna - Biblioteca Bertoliana Vicenza - MART Rovereto
Altra/e mostre: 2015 FIAT LUX Chiostro della Basilica Santi Quattro Coronati - Roma
Fiat Lux: Libro d’Artista, (Copertina 29,5-21,5-4,5 cm + pag. 300 A4210x270mm 90g/m2), ideato per la Rassegna Internazionale di Libro d’Artista ed. 2006 con tema “Fuori Luogo / Out of Place”.
L’intervento di Maurizio Tiberti, scelto per l’edizione 2006 della Manifestazione, propone con l’opera-libro dal titolo Fiat Lux un oggetto totalmente nero coerente con il “fuori luogo”, cioè fuori del contesto linguistico generalmente inteso, in quanto è nero nel suo aspetto materico, privo d’informazione, non identificabile con il “codice o struttura semiotica” giusta ed atta a comunicare con il nostro intelletto. L’assenza d’informazione esalta la potenziale forza di contenerla, insita nei libri, e rende il libro inopportuno.
Il Libro Fiat Lux,
con il titolo di riferimento alla frase biblica pronunciata dal Creatore
dell’Universo quando creò la Luce, diviene opera cinetica e visiva, infatti
nel momento che si solleva la copertina di un libro si accende la Luce
dell’Intelletto.
Anna Giannandrea
2006 Collettiva "L'Attaccapanni" al Caffé Letterario di Roma
Opera/e in altre mostre: 2008 Enotauro, Enoteca "Volo Divino", 2010 Istallazioni Università di Roma "Sapienza", 2010 Istallazione Colosseo Nuovo Teatro Foyer -torna all'inizio-
Minotauro: Scultura: metalli, plastica, legno (alt. 180 cm, larg. 60 cm, prof. 12 cm)
L’opera Minotauro evoca, nella magia del Labirinto di Creta progettato da Dedalo, nella raffigurazione iconica del Minotauro che ne era prigioniero all’interno, il mito di Teseo che con l’aiuto di Arianna, figlia di Minosse re di Creta, riesce a fuggire dopo aver ucciso il Minotauro con la protezione della Dea Atena.
La struttura labirintica dell’istallazione, sviluppa con il metallo cerchi e semicerchi, quasi una “gabbia” ipotetica, che nel concentrico e nel gioco delle luci genera una sorta di labirinto mentale che si perde nelle linee di fuga stesso.
2007 Collettiva "L'Arte nel recupero" - Massenzio Studi 2 - Roma
Opera/e in altre mostre: 2009 Collettiva "Visioni di Roma" - Caffè Emporio - Roma - In mostra "Lapis Niger" ( video )
Città Diacroniche – "Lapis Niger" e "Roma A.D. MMMVI" (1972-2006), istallazioni polimateriche, l. 100 x h. 70 x p. 11 cm. -torna all'inizio-
Le “Città” contengono un catalogo di emblemi che ricompone l’estraniamento storico e geografico che le Istallazioni propongono.
I disegni del ’72, città oniriche e visionarie già delineano gli elementi dell’esplorazione del rapporto tra luoghi ed abitanti.
“Roma A.D. MMMVI” con la teca di perspex del turista, “Lapis Niger” con la sua collocazione lapidaria e museale sono poste come prima pietra verso il III Millennio. Nella composizione, il passato, il presente e il futuro vengono assemblati in una unica azione spazio-temporale intorno al significato del Lapis e di Roma umbilicus mundi.
Le tessere di plastica-pietra nera, processori e manifesti tecnologici della nostra era sono fondamento delle vie di energia telematica e diventano il simbolo linfa della energia vitale del nostro Millennio, la Comunicazione.
Maurizio Tiberti materializza nelle “Città Diacroniche” il topos di emozioni pure stressando il ruolo e il significato del tempo ed esse divengono oltre che un fuori luogo, un fuori tempo.
L’accostamento di fenomeni diacronici, può meravigliare. Appare come una “interpretazione tipologica” della storia, operazione mediante la quale si combinano più elementi (paradigma di protostoria e scrittura arcaica, avvenieristiche strutture ispirate a città future, chip e oggetti del quotidiano).
Elementi lontani uno dall’altro da un punto di vista causale e cronologico, ai quali si attribuisce un significato comune.
Siamo oggi soliti considerare i fatti storici e tutto ciò che accade, come uno svolgimento continuo in successione temporale e cronologica, ma nel passato lontano, in società tradizionali di livello prescientifico però, si ricorreva all’interpretazione tipologica della storia con addizioni naturali di fatti lontani per spiegare il significato di un evento attraverso la sua proiezione verticale sul piano di un disegno superiore, altro, metastorico, che magia, mitologia, religione si incaricavano di descrivere. Oggi ancora, nella psicologia analitica questo è il fondamento della struttura dei cosiddetti nessi acausali.
Le “Città Diacroniche”, fusioni temporali sono oggetti poetici e preconitori. L’intervento polimaterico di M.T. vive in consonanza con il luogo ospitante.
Massenzio Studi 2 è esso stesso realtà diacronica perchè con una operazione di archeologia industriale ha trasmutato delle officine dismesse in un piccolo borgo di laboratori d’artista. (Anna Giannandrea)
2007 Collettiva "L'Uovo d'Artista VI Edizione" - Galleria: Il Granarone Calcata (VT) -torna all'inizio-
Ovo rutilante: Opera fotografica con inserto polimaterico (pannello 80 x 60 x 6 cm)
In un architrave di marmo di stile composito corinzieggiante, tra foglie di acanto e una fila di dentelli, appaiono ovuli lisci, corrosi dal tempo; sopra dieci, sotto una seconda teoria di nove ovoli si mostra sempre nel kyma ionico, circondati da sguscio e lancette – un ovo rutilante - leggero, sospeso, cinetico, rutilante nel colore e nell’atteggiamento prosegue in modo dinamico il secondo fregio degli ovi.
L’inserto sbalza dall’immagine e s’integra divenendo proiezione estemporanea. (Anna Giannandrea)
2007 Collettiva "Mille artisti per l'unità" - Mitreo - Roma -torna all'inizio-
La spedizione dei Mille: Opera fotografica con intervento a mano con inchiostro nero, 50 x 50 cm.
QUARTO 5 maggio 1860, Lat. 44°23'17'' N, Long. 8°59'37'' E - TALAMONE 7 maggio 1860, Lat. 42°33'19'' N, Long. 11°8'00'' E - MARSALA 11 maggio 1860, Lat. 37°47'54'' N, Long 12°26'14'' E.
2007 Collettiva - Isole/Islands/Islas - 8a Rassegna Internazionale di Libro d'Artista ed. 2007- Biblioteca Casanatense - Roma -torna all'inizio-
Opera/e in altre mostre: 2009 6a Biennale Libro d'Artista Città di Cassino - Il libro "Isole Logiche" entra a far parte della Collezione e Archivio Libro d'Artista Città di Cassino
Isole Logiche - Multi Coherent Islands: Libro d'Artista, 30-21,5-3,5 cm, opera polimaterica in tecnica mista.
L’opera di Maurizio Tiberti, Isole Logiche – Multi Coherent Islands, propone i colori dello spettro ed i numeri intesi come “isole logiche” essi per la mente umana, nel momento che avviene il loro “legamento”, da significanti diventano significati, in questo caso, le operazioni aritmetiche sono interlacciate e sintetizzate in un calcolatore ad energia luminosa.
Le Multi Coherent Islands s’intrecciano in stringhe colorate che inanellano le Isole, in un arcipelago logico di varie complessità, come un frattale e rammenta le decorazioni-comunicazioni degli aborigeni della Nuova Zelanda.
Il libro quale strumento di comunicazione, in questo caso, diviene topos dove nel concettuale le “Isole” si materializzano.
2007 Personale ARTE IN FARMACIA "Libro d'Artista in Farmacia" - Farmacia Verbano - Roma
2011 Presentazione del LdA AVOTOTEM nel Chiostro dei Frati all'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria - Roma ( Still Motion Movie ) -torna all'inizio-
TOTEM, 2007 - AVOTOTEM, 2007: Libri d'Artista, tecnica mista, 30,5 x 22 x 2 cm e 48 x 11,5 x 7 cm
Il Libro d’Artista in Farmacia di Maurizio Tiberti esprime nella matericità e nel simbolismo della "scrittura" la fuga dal libro come strumento privilegiato di un sapere che rimanda sempre ad altro da sé, e qui diviene coerenza con il luogo.
Maurizio Tiberti attua una operazione di arte concettuale dove il libro, già bersaglio polemico di memoria futurista, con malizia perfetta è rivoluzione tipografica contro quelle edizioni "di iniziali rosse e ghirigori, ortaggi mitologici, nastri da messale, epigrafi e numeri romani" (F.T. Marinetti 1913), ma è anche operazione estetica e di interpretazione antropologica.
Nel riutilizzo di oggetti quotidiani, l’involucro farmaceutico industriale è un "alter" del taccuino di laboratorio, è diario di comportamenti, è risulta di gesti propiziatori, di volumi dissolti. I contenitori trasformati, tagliati e schiacciati evocano le attese, le aspettative di benessere e valetudo.
Dalla vetrina il Libro d’Artista esce dalle consuete dimensioni divenendo AVOTOTEM per marcare il territorio.
Con attinenza all’etologia il totem, nei suoi significati di difesa, di discendenza, di continuità stanziale, di tutela e protezione, si fonda sull’Universale di territorialità ed è antica eredità dei Primati.
Anna Giannandrea
Foto G. Carioti
2007 V Biennale del Libro d’Artista – Biblioteca Comunale - Cassino -torna all'inizio-
SILICIO, 2007 - Libro d'Artista – cm 24 x 20 x 4 – tecnica mista, plexiglas, sabbia, circuiti integrati, gravure a secco.
SINAPSI, 2007 - Libro d'Artista – cm 24 x 20 x 3 – tecnica mista, resine, plexiglas, nylon, metalli, gravure a secco.
2007 Personale "RIFLESSIONI SULLA LUCE" Studio ARTEA - Roma -torna all'inizio-
La mostra “RIFLESSIONI SULLA LUCE” è un segmento del percorso di ricerca che Maurizio Tiberti ha attivato dal 1982 ad oggi.
Scompone il reale, nel colore, per ricomporre l’impossibile già nei tredici lontani lavori di gravure trattati come un simbolo d’infinito. Le istallazioni–paradosso come l’atleta bionico, LANCIATORE DI LUCE, sono oppositive di tutte le rappresentazioni e significati perchè “niente nell’Universo può viaggiare a velocità superiore a quella della luce” secondo la teoria della relatività, ma forse solo fino ad oggi.
Nelle sculture cinetiche le collusioni tra arte e scienza sono apparenti. La materia e l’astrofisica decantano nelle sculture FONTANA DI LUCE e GOCCIA DI LUCE, la luce come nel “Gutta Cavat lapidem” di Ovidio diviene poesia materica e per metamorfosi perfora la pietra. L’opera concettuale VIAGGIO DELLA LUCE, nel binomio luce–buio e vita–morte è un viaggio verso “l’Orizzonte degli eventi” di Cignus X1 Buco Nero della nostra Galassia, confine dello spaziotempo oltre il quale nulla può accadere.
Non metafore o simboli, ma dieci opere operate, dove la procedura artistica di Tiberti è un cenno, astronomia della NUTAZIONE, e crea una sospensione dal “cosmo prospettico rattrappito e scadente, mistificato dalla scienza, dal mito, dal laborioso errore del pensiero”.
Anna Giannandrea
di Giacomo Carioti
Chi può mai definire la luminosa e disperata solitudine dell’artista? Una luce abbagliante avvolge questa solitudine, e la santifica nel sacrificio del presunto contorno fisico.L’artista è disperato e illuminato dalla implacabile ed incessante folgore del proprio turbamento interrogativo, per il quale conosce intimamente ogni risposta, ma non sa come dirla; e talvolta, pur sapendo, non osa. La sua condizione è di assoluta astrattezza, e di immanente contraddizione. Come coniugare l’altezza della propria aspirazione metafisica e spirituale con la profondità cavernosa della propria gravità materiale? Una comunione blasfema, ma comunque necessaria per esprimere qualcosa in questo mondo fisico.Una contraddizione elettrica, che crea energia, che stimola la fantasia, che genera luce, nelle ottuse tenebre delle menti e dei comportamenti umani.Questa è la funzione (finzione?) misteriosa e sconvolgente dell’arte, che non sa svelare in sé stessa né la propria origine né il proprio destino: eppure si esprime, tenta di rendersi conoscibile, in un titanico clangore rappresentativo. Un infingimento fatale, che condanna l’artista –insieme a chi partecipa della sua arte- ad una ricerca senza fine di ciò che ha da sempre conosciuto, ma che non giunge mai a pienamente rievocare.
Anche nel titolo che oggi l’Autore ci suggerisce per questa sua antologia creativa c’è più di uno spunto per interrogarsi al di là delle immediate significazioni terminologiche. Maurizio Tiberti, artista geniale e pur generoso, ci offre le sue riflessioni: “sulla” luce: ma come dobbiamo intenderle, per farle anche nostre? Forse che l’opera d’arte può nascere da un processo meditativo –la “riflessione”- su un tema così impalpabile e pur così materiale –poiché dà forma ad ogni materia- qual è la luce? O forse invece ci si vuol suggerire un percorso più assurdo, e perciò forse più vero, che conduce a quel che sulla luce si riflette, in virtù di una “riflessione” fisicamente interdetta?Il gioco inestricabile delle parole ci proietta, come un lampo praticabile, verso una sfida mentale che va oltre il possibile, oltre l’immaginabile; ci confonde in una dimensione dadaista e surreale, a dispetto della plateale industrialità dei materiali da cui la “ri-flessione” parte, e sui quali si ri-volge.
Lo sguardo voglioso interroga: ma la luce, che ci illuse, si sperde nell’aereo mare del mistero.
Opere in mostra: Fenomeni naturali della luce - 1982, Cromoscillazioni - 1987, Omaggio a Wittgenstein - 1988, Filtro - 2003, Viaggio della luce - 2004, Goccia di luce "Lux cavat lapidem" - 2005, Fontana di luce - 2005, Lanciatore di luce "c > 3 x 10E8 metri/sec" - 2006, Cromorotore - 2007, Arpa di luce - 2007
Lanciatore di luce "c > 3 x 10E8 metri/sec" - 2006 Istallazione di luce, metallo, legno (230 x 200 cm; base 43 x 20 x 12 cm) Macchina-robot, atleta bionico che "lancia luce", è catapulta, balestra che non rispetta la Teoria della Relatività di Einstein, secondo la quale "Niente nell'Universo può viaggiare a velocità superiore a quella della Luce".
Cromorotore - 2007 Istallazione, tecnica mista, luce, metallo, plastica (100 x 14 cm) La struttura ipotizza una macchina alimentata dalla energia della luce che con le oscillazioni alla varie frequenze dell'iride, diviene rotore di uno statore, l'ambiente, e si manifesta come una "macchina a luce" nelle varie cromotrasparenze.
Arpa di luce - 2007 Istallazione, tecnica mista (200 x 130 x 4)
Cominciamo dall’inizio: “fiat lux” e luce fu. Così da quel giorno venimmo alla luce. Tutti. Minerali, vegetali, animali, umani. Per ciascun regno una sensibilità più o meno eclatante, più o meno spettacolare alla luce. Poi vennero alla luce gli artisti e videro – anche loro come già il demiurgo – che la luce era cosa buona, anzi buonissima. Gli artisti cominciarono – all’inizio lentamente – a riflettere sull’esperienza della luce fino ad arrivare, contro ogni previsione, a dipingere con la luce stessa. La stessa luce del demiurgo? Non proprio. Quella luce è luce tecnologica ma l’impressione è indubbiamente di grande effetto. Tuttavia senza il supporto tecnologico e in assenza di luminose giornate di luce solare è proprio la tecnologia che trattiene – mediando – la materia luminosa restituendola poi di riflesso al nostro senso della vista in immagini che l’esperienza e l’educazione alla vista interpreta come realtà circostante.
Maurizio Tiberti, artista, ci squaderna queste ed altre riflessioni sulla luce mostrandone la varietà e la diversità nelle sue opere-realizzazioni che partendo da spunti filosoficamente esoterici si concretizzano in oggetti concretamente essoterici. E viceversa.
Intanto la messa in scena delle frequenze della luce che chiamiamo colori
attraverso le opere grafiche del 1982 in particolare sulle “Cromoscillazioni”
(1987). L’”Omaggio a Wittgenstein” (1988), un apparecchio TV (portatile Minerva
14”) con su scritta una citazione da “L’osservazioni sui colori” (1950-51) del
famoso eccentrico filosofo. “Filtro” del 2003, misteriosa struttura che cattura
l’invisibile luce evidenziata solo dalla manifestazione dei colori. Le sculture
“Fontana di luce” e “Lux cavat lapidem” (2005) originali realizzazioni che
ribaltano a favore della goccia di luce quello che Ovidio sosteneva per la
goccia d’acqua. Più inquietante è la scultura “Viaggio nella luce” dove il remo
siderale idealmente accompagna la luce nel suo ultimo viaggio verso Cygnus X1
ovvero il “Buco Nero enorme campo gravitazionale che tutto cattura”. Nel
“Lanciatore di luce” Tiberti (il quale rende comprensibile per immagini concetti
diversamente astrusi o impossibili) esalta il concetto che secondo Einstein
“niente nell’Universo può viaggiare a velocità superiore a quella della luce”.
Ma se si potesse lanciarla… Infine il “Cromorotore” e l’”Arpa di luce” (2007)
macchine cromatiche e musicali insieme, a sottolineare la sottile linea rossa
che lega in senso della vista a quello dell’udito armonico.
(Maria Pia Michieletto
www.pianeta-arte.com )
2008 Collettiva "L'Uovo d'Artista VII Edizione" Galleria Il Granarone - Calcata (VT) -torna all'inizio-
Pendovolo – 2008: istallazione polimaterica 125 x 22 cm, base 77 x 30 x 30 cm, altezza totale 6 mt.
Un ovolo appeso ad un filo, libero di oscillare e con un vistoso puntale che indica le ideali tracce dell’oscillazione di un pendolo, costituisce l’istallazione di Maurizio Tiberti.
La macchina Pendovolo formata dall’Ovo, dal suo asse centrale di supporto e dal filo di sostegno ancorato ad un trave del soffitto non è ferma, ma in movimento e la sua oscillazione, regolata dalle forze di inerzia e gravità, fonda la isocronicità del suo pendolamento nello spazio-tempo trascinandoci in un viaggio metafisico.
Pendovolo, macchina polisemantica è costituita per sistemi fra loro coesistenti. Fra stabilità e mutamento nel gioco fra essere e divenire, i sistemi non sono immobili.
Ben oltre l’attinenza alla fisica, dalla misurazione dello spazio come conoscenza del geoide/terra, alla misurazione del tempo fino al funzionamento di precisione dell’orologio moderno, ben oltre l’evocazione biologica dell’ovo punto fermo che evoca i cicli dinamici della natura, l’istallazione è un bateau ivre di un visionario Rimbaud. Un omaggio alla prima intuizione di Galileo Galilei poi di Foucault, dove il periodo e il piano di oscillazione del pendolo diventano riferimenti legati a leggi matematiche e quindi “stelle fisse” nel meccanismo universale del cosmo dei nostri sensi. Anna Giannandrea
2008 Collettiva il "Nido" Giardini Pensili dell'Auditorium Parco della Musica - Roma -torna all'inizio-
Il Nido del Sole - 2008 Istallazione di luce solare, plastica, ceramica, legno, metalli (210 x 42 x 35 cm)
Il Sole, fonte di energia per il pianeta Terra, trova nel “nido tecnologico” l’elemento multicellulare catalizzatore della sua potenza che si manifesta con le righe dei colori-watt dello spettro luminoso.
Maurizio Tiberti propone con il Nido del Sole una istallazione ecologica costituita da elementi di policarbonato trasparenti e sovrapposti a stella, le microcellule, che illuminate e manifestate dalla luce solare, come un Nido diventano generatrici di energia e di vita, elementi attivi del processo.
Con l’emblematico richiamo ai pannelli industriali per la raccolta dell’energia solare, la macchina elettrica si completa con un vistoso e storico “isolatore di ceramica” che con il palo di legno di sostegno è metafora sia della trasformazione che del trasporto dell’energia. Anna Giannandrea
Maurizio Tiberti - Nido del Sole 2008
2008 Libro ( di sé ) 9a Rassegna Internazionale di Libro d'Artista, ed. 2008 Biblioteca Casanatense - Salone Monumentale - Roma
Opera/e in altre mostre: 2009 - 6a Biennale Libro d'Artista Città di Cassino -torna all'inizio-
NARCISO, 2007 Libro d'Artista – cm 22 x 15 x 5 – tecnica mista, cristallo, metallo, legno, plexiglas, gravure a secco.
Composizione costituita da uno specchio piano di cristallo, su quale rotola, libera, una sfera sonora di argento. L'opera propone l'interazione dinamica tra sfera e piano, dove lo specchio, riflettendo parte della superficie della sfera mostra solo alcune delle infinite facce definite dal confine ottico, esse sono a loro volta campionate da vibrazioni anch'esse indefinite. In reciproco lo specchio, inteso quale topos del Sé Narciso, rimanda solo la immagine delle infinite manifestazioni del Sé, in un circolo dove azione e reazione rotolano nella rivoluzione cosmica della natura umana.
L'evocazione mitologica di Narciso, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio (L. III 427-429), “QUANTI BACI VUOTI DA ALL’ACQUA INGANNEVOLE, QUANTE VOLTE IMMERGE LE BRACCIA NELL’ACQUA CERCANDO IL COLLO, E NON CINGE SE STESSO!”, si anima nel cerchio cosmico reso dallo specchio e dall'argento che ben oltre l'ammirazione narcisista delle proprie azioni e degli attributi fisici diviene circolo epistemologico della mente perchè "siamo noi in un certo senso la sconcertante sintesi vivente di un problema che non sappiamo risolvere perchè in noi sta il problema e la possibilità di risoluzione”. (Anna Giannandrea)
2008 Random Luna Violetto: Immagine per la copertina del libro: La luna nella settima casa di Carla Pesciatini -torna all'inizio-
2008 Personale "ENOTAURO" Enoteca Volo Divino - Montefiascone (VT) ( video 1 video 2 ) -torna all'inizio-
ENOTAURO - un viaggio mitologico alle origini della cultura del vino
Porta lontano la Mostra Personale di Maurizio Tiberti, con istallazioni, site specific e oggetti paradosso, allestita non a caso in Montefiascone, Viterbo, territorio a forte vocazione vinicola.
La performance dinamica e polimaterica richiama l’invenzione del vino che nel suo processo di trasformazione è metamorfosi per eccellenza e, tra pienezza vitale e potenza letale, indica la natura ambivalente, umida e ignea, di Dioniso.
igros pirinos
22 NOVEMBRE 2008 Video della performance IGROS Video della performance PIRINOS
Il percorso proposto dalla Mostra riconosce il Ciclo Mitico, la sua energia simbolica, l’attualità e la forza del trasmutarsi nel ripercorrere, nel raccontare oggi, nel reinventarsi.
Seguendo il FILO DI ARIANNA si entra in forme pre-logiche della conoscenza fino al limen tra umano e ferino arcaico, alla soglia della sconfitta del cannibalismo avvenuto grazie alla acquisizione delle coltivazioni come cereali, ulivo, vite. Gli artefici dell’operazione sono tutte le deità del Mediterraneo, Iside e Osiride raccontati da J.G. Frazer, non solo Dioniso.
Questi doni sono conferiti agli umani dai numi ctoni tutelari che, con la loro ricorsiva apparente scomparsa, l’interruzione stagionale della vita botanica e l’iniziazione a cicli di trasformazione come il vino, evocano la vita e la morte.
I rituali dionisiaci che simulavano con urla lo smembrare e fagocitare il dio ed esorcizzata l’omofagia, conferivano alle libagioni di vino sacralità, somiglianze tra vino e sangue, simbologia di offerta e sacrificio.
Il vino, come il sacrificio cruento di estrema memoria, è una trasmutazione: il procedimento alchemico trasformativo che va dal prodotto naturale, l’uva o l’animale da sacrificare, diviene per opera dell’uomo, vino o l’offerta agli dei. Il vino e l’atto sacro del sacrificare, suggeriscono ebbrezza ed estasi e una sorta di avvicinamento al divino.
Il MINOTAURO, stilizzato come ultimo totem, racconta incisa nei suoi tatoo la vicenda cretese e allude già nei materiali usati, alla cosmogonia dei metalli.
L’uso ironico dei pezzi del “meccano” e il VIAGGIO DI ICARO, “oggetto dell’assurdo”, esasperano l’attributo ludico proprio del Mito, tanto per sfuggire alla tensione indotta dai significati, e rifugiarsi nelle metafore della condizione umana. Come il riso, altro connotato dionisiaco che è la reazione possibile al tabù e il tentativo di superarlo avendolo riconosciuto, il vino è portatore del sonno e dell’oblio che contrasta il dolore e il ricordo incurabile.
L’istallazione ARIANNA E DIONISO è il manifesto al quale Ovidio fornisce, in chiave di calligramma, la possibilità tautologica di mostrare e nominare insieme.
Archetipo del vino, il mito naturalistico parla di un dio la cui essenza si confonde con la vita scaturente dalle viscere del suolo: grazie alla narrazione il mito rinasce per risalire alle stelle a costituire la mappa mitologica delle incorruttibili costellazioni. Ancora sopravvive come alfabeto del cielo.
Anna Giannandrea
Minotauro - 2006: Scultura Enotauro: metalli, plastica, legno (alt. 180 cm, larg. 60 cm, prof. 12 cm)
Viaggio di Icaro - 2006: Scultura-oggetto: penne, cera, plastica, metalli, legno (100 x 70 x12 cm) (INSIDEART aprile 2009 PDF pag. 2)
STILL MOTION MOVIE "VIAGGIO DI ICARO" - OFFICINA DI MAURIZIO TIBERTI
Arianna e Dioniso - 2008: Istallazione: plastica, metalli, legno (103 x 103 cm)
Filo di Arianna - 2007: Istallazione: filo nylon (100 mt)
2008 Collettiva - "Impronta globale / inchiostro indelebile" - ISA (Istituto Superiore Antincendi) - Roma -torna all'inizio-
"DNAutoritratto" - 2008: Stele di cristallo con doppia elica del DNA e testo calligrammatico tratto da Lucrezio - De Rerum Natura; Materiali: Cristallo, Plastica, Inchiostri, Legno - cm 148x12 base cm 30x30x100
DNAutoritratto
sed quos utriusque figurae esse vides, iuxtim miscentes vulta parentum, corpore de patrio et materno sanguine crescunt, semina cum Veneris stimulis excita per artus obvia conflixit conspirans mutuus ardor, et neque utrum superavit eorum nec superatumst. fit quoque ut inter dum similes existere avorum possint et referant proavorum saepe figuras, propterea quia multa modis primordia multis mixta suo celant in corpore saepe parentis, quae patribus patres tradunt a stirpe profecta. inde Venus varia producit sorte figuras, maiorumque refert voltus vocesque comasque; quandoquidem nihilo magis haec [de] semine certo fiunt quam facies et corpora membraque nobis. Lucrezio – De Rerum Natura – Liber IV 1212 - 1226
2008 Collettiva "for AfricArt" Galleria Linea Blu - Roma -torna all'inizio-
Mostra d'arte e asta di solidarietà per l'apertura di un centro artistico-culturale in Tanzania
"Mulino a Luce" - 2008: Istallazione cinetica; Materiali: Policarbonato, Inchiostri, Metalli, Legno (35,5 x 15 cm)
Mulino a Luce
2009 Collettiva - Uovo d'Artista 8a Edizione - Galleria "Il Granarone" Calcata (VT) -torna all'inizio-
Ovo Antikythera - 2009: Istallazione: alluminio, plastica, inchiostri (diametro 36 cm)
Ovo Antikythera costituita da un disco metallico, figura geometrica di corona circolare con al centro un ovo d’oro, è sospesa nello spazio e libera di ruotare su di un asse. Allude al “meccanismo di antikythera” del II secolo a.c., attrezzo di tecnologia arcaica ritrovato in mare nel 1900 presso l’isola di Antikythera in Grecia e conosciuto come il calcolatore più antico ad oggi noto, unico grande esemplare di uno strumento graduato dell’antichità che rilevava il moto del Sole nello zodiaco ed il sorgere ed il tramontare di stelle e costellazioni.
L’evocazione dell’antico congegno avviene con l’ovo d’oro che come un Sole, fonte energetica, è al centro del sistema astronomico Copernicano, stilizzato sulle due superfici del disco - notte, giorno, stelle, pianeti -. L’ovo, il disco, - all’origine un “hard disk” da calcolatore IBM System 3 degli anni ’70, armadio di 20 quintali - e l’intervento con la grafica dei segni, divengono componenti di una moderna macchina matematica, ironica e diacronica, per non dimenticare quella che, tra gli archeologi del mistero si dice concepita da Archimede scienziato mediterraneo. Anna Giannandrea
Ovo Antikythera
2009 Personale "GRAFFITI DIGITALI" Atrio dell'Aula Magna del Rettorato, Università "La Sapienza" di Roma -torna all'inizio-
Sette totem polimaterici, istallazioni interattive, inducono una riflessione su oggetti quotidiani tecnologici, dominanti, radicati, necessari.
“Scienza e arte hanno in comune la sperimentazione giocosa, la gioia della scoperta di super segnali e la pretesa di essere rivelatrici di verità. Nell’arte questa pretesa riguarda principalmente l’ambito normativo mentre la scienza mira a fornire un quadro della realtà secondo una prospettiva oggettiva. E’ tuttavia difficile indicare limiti netti tra arte e scienza...”.
L’assunto di Etologia Umana di Eibl Eibsfeld, ipotizza contaminazioni e compenetrazioni tra scienza e arte: è il limen che Maurizio Tiberti stressa con tenacia e ironia già dagli anni ’70.
Maurizio Tiberti nasce come ricercatore sui codici della comunicazione nelle sue forme grafiche più elementari. “Pratica la ricerca come necessità dialettica con la materia ostile e sconosciuta che serve a mettere a dura prova le proprie forze…”. Per Maurizio Tiberti la “materia ostile” da indagare o è la luce che lascia segni che sottendono ai protocolli di comunicazione o sono i modelli della mente o le reti neuronali, porgendo i risultati dell’esplorazione con metafore e simboli legati al gesto e alla partecipazione.
La sperimentazione artistica nasce “dall’osservazione del reale e dal suo tradursi in modello dello stesso ed è sempre in funzione di una ipotesi tutta da verificare…” per dirla con Mimma Bresciani e consolidare l’approccio concettuale di Maurizio Tiberti. Le istallazioni ipotizzano un percorso che si articola in uno spazio con grandi totem (legno, metallo, plastica, elettronica), presenze che interagiscono con il visitatore e portano i significati di era tecnologica. La Scienza e la Tecnologia non solo fonti d’ispirazione artistica. Gli oggetti tolti dal contesto consueto diventano stimolo a guardare le proprie origini, il ruolo personale e collettivo nella società, l’identità.
7 Totem in sequenza di significato e performance
Il simbolo degli avototem è un’antica eredità dei Primati, lontana discendenza, a dominio e difesa della territorialità. Sull’Universale di territorialità si fonda il totem; il luogo dove esso si trova viene onorato come sacro e rappresenta il centro rituale del territorio del gruppo. Per traslato i totem esposti portano “simboli” e “segni” odierni ad indicare modalità e strumenti, protocolli e vessazioni, necessità, interazioni imprescindibili, consapevoli o automatiche.
TotemSIGN - Iconografia dei simboli per comunicare, magazzino dei segni, numeri e lettere esposti in modo randomico.
TotemNBR - Il colore diviene informazione, codice di traduzione del messaggio, dal significante del numero al relativo colore, assume l’aspetto totemico nell’alternarsi di caleidoscopiche liste alternate a numeri e relativi colori, oltre il richiamo ai Cuisenaire Rods di sempre attuale utilizzo montessoriano.
TotemCELL - Gusci di macchine per comunicare, conchiglie vuote, quasi cavità dove ancora risuonano gli echi delle parole, dei pensieri ed emozioni formulate prima nella mente, poi espresse e scambiate con un remoto ricevitore con l’aspettativa di una eventuale accoglienza. Essi restano affissi come ex voto e divengono totem a significare l’azione, a ricordare, a materializzare, a “ringraziare” le potenziali o sperimentate capacità, passate e future del media.
TotemTAB - E’ interattivo e custode della tastiera standard dei mezzi di comunicazione, un tabernacolo che ospita un elemento sacrale; il totem reagisce alla presenza e si mostra.
TotemEMF - Il totem diviene antenna (Electromagnetic Field) evidenziando tattilmente con le sue linee di forza campi elettrici e campi magnetici invisibili che alimentano una comunicazione distale richiamando marcature simboliche.
TotemDISC - Nei Compact-Disc, i dischi magazzino, contenitori e deposito di memorie, di emozioni, di sensazioni, ci sono le portanti necessarie per comunicare suoni, immagini, segni, colori, dati. Tali strumenti sono ascritti, bruciati, depositati e affidati. Quindi il totem diviene avototem, potente tutore del secolo, custode del noto e sapiente maestro, abile nel restituire e rigenerare, ri-attivare il nostro processo sinaptico, attingendo alla “sua memoria” costituita da gangli di plastica e di luce.
TotemGRAPH - Graffiti digitali dove pensiero e azione della comunicazione si attualizzano attraverso la composizione delle stringhe alfanumeriche sulla tastiera del media. La gestualità manuale è prima della parola, della lallazione.
I segmenti di percorso che serializzano e collegano i differenti segni di significato elementare (numeri e lettere) di una tastiera telefonica nel suo layout più noto, diventano significanti e graffiti del secolo come pittografica totemica e sono approdo, dal mezzo di comunicazione, all’icona tecnologica del media-messaggio.
Agire gli schemi motori di cui si è costituiti, indicare un’area pre-motoria, multisensoria dove il linguaggio si intreccia con attività e sensazioni, è l’idea che sottende Graffiti Digitali: è nuovo approccio filologico, mitologema rivisitato, nel nome / numero alfanumerico evocato dal gesto, “un nome un destino”, torna ad essere graffito di arcaica memoria. Anna Giannandrea
2009 Libro d'Artista "GRAFFITI DIGITALI" Mostra e Performance Atrio Aula Magna Rettorato Università di Roma "Sapienza" ( still motion movie )
2009 Personale "BIOTECHNE" Studio "Compagnia degli Androni" - Roma ( video Backstage video da Ematube.it ) -torna all'inizio-
Le opere della serie Biotéchne di Maurizio Tiberti dal 2004 al 2008 sono al confine tra la biologia e la tecnologia laddove la mutazione biotecnologica si manifesta sotto varie forme e téchne, conoscenza pratica e teorica di arte e tecnica, elettivamente si fonde con le caratteristiche degli esseri viventi, l’aspetto biologico.
Per le istallazioni polimateriche, che sono a volte macchine poetiche, a volte sculture–paradosso, Maurizio Tiberti utilizza come elemento biologico e portante la Canna Comune (Arundo Donax, del genere delle Graminacee, famiglia delle Poaceae con i fiori Ermafroditi), e vari reperti trovati, ready made contemporanei.
I confini tra il vivente e le macchine, affinchè non si sovrappongano, inconsapevolmente si spostano sempre più avanti nel tempo radicando una fascia, indefinita, dove una lenta trasmutazione muta gli equilibri della genetica.
Nelle istallazioni ironiche si evoca una sorta d’ingranaggio genetico, esempio di macchina bio-elettrica che produce biobrick capaci di ipotesi ricombinatorie di strutturazione biologica dove il diaframma tra vivente e meccanico diviene sempre più effimero.
Nei lavori, l’elica della vita è sempre dominante ed appare evidente nella sua architettura per poi sfumare in aspetti di metafora, di allusione alla tecnologia, inattesi e sempre più spinti.
La sperimentazione persistente di Maurizio Tiberti è sostenuta più che dalla ricerca di soluzioni, dall’allestimento di sempre nuovi punti di vista. Egli pone l’icona mentale del problem finding or shaping piuttosto che problem solving. I suoi percorsi artistici prendono forme nei materiali più diversi in attinenza a temi dell’arte e della scienza, della metafora della conoscenza e, tra visionarietà e provocazione, egli forza i confini della separazione dei Saperi. Anna Giannandrea
OVVERO, IL VIRGULTO (S)RADICATO
di Giacomo Carioti
Maurizio Tiberti, artista artiere artigliere artificiere, interpreta oggi la futuribile proiezione balistica del nostro mondo attraverso l'anima di una canna.
Per meglio dire: una canna con l'anima. Come ogni canna, del resto.
Con l'anima rivestita non più dalla sua sola scorza, ma dai sentimenti elettrificati e dalle pulsioni informatizzate di cui l'artesperienza raccoglitrice -unita all'osservazione alchemica dei segnali profondi di un cosmo ribollente- ha fatto tesoro, elaborandone i significati.
Molti diranno: costui non è il solo a maneggiare una canna.
E invece, quella canna particolare, ch'egli addomestica e trapianta sui terreni silicei brulicanti di bip, appartiene soltanto a lui, che l'ha inventolata nelle spirali senza fine.
A lui, ideatore degli ariosi e bambinosi connubi fra l'idea trasvolatrice nell'etereo silenzio e la frattaglia clangorosa dell'intelligenza meccanofrastica.
A lui, donatore di poeticità ultramaterica ai gelificanti simulacri dell'annientamento poetico d'antan.
Questo artivista immette intorno alla sua canna non solo la sapiente scul(pit)tura della (me)morìa del mondo, ma anche, e forse soprattutto, il mi(cro)celio insinuante della sua ultima speranza.
R(iv)elativa l'allusione che Tiberti stesso sugge(risce) in calce alle proprie opere, ri(de)finendo la proiezione voca(ziona)le -oh, magico flauto!- e simbolica dell'elemento vegetale che ospita la sua usurpazione artistica: altezza... che tende alla (s)misura dell'universo.
Un procedimento esplodente che attraversa la sua “anim(ul)a”: cann(ul)a vuota entro la quale l'illusione diventa sogno, che deflagra verso l'infinito.
Ma anche suono ammaliatore che ipnotizza e conduce verso le più temerarie (a)scese.
Questa tensione verso l'assoluto, verso il senza fine, conferma il bisogno dell'artista: di andare oltre la propria stessa opera, per farsi sopraff(acci)are da quel vigore (in)naturale -e per ciò stesso, e al tempo stesso, (sopran)naturale: poichè aspira, nel(lo) (tra)sfigurarsi, a superare sé medesimo e il proprio limite- artificiosamente intrinseco all'audace virgulto (s)radicato, su cui ha innestato il suo ba(ci)llo informatico (tras)portatore di contaminazioni (v)ideologiche e di (dis)informazioni (c)astrattive.
Can! Bau! Mau! Bit!
Ma si può mai credere a siffatto profeta, che propone avanzi di bigiotteria, fondi di cestelli informatici, scarti di vitame e chiodame, residui di cablerie e cascami di concerie, inerpicati su coriacee superfici tubolari dalla ormai improponibile origine forestale?
Eppure, le sue profezie hanno il dono della verosimiglianza, che, per noi umani, è molto più della stessa verità.
Poiché contiene, oltre -ed oltre- la verità stessa, il bisogno della speranza; senza la quale ogni verità può essere solo una secondaria (deva)stazione del nostro perpetuo viaggio, da un tempo che fu verso quello che mai più sarà. Giacomo Carioti
Biotéchne - Istallazioni
Biotéchne 01 – 2006 Lungo la Arundo Donax la doppia elica del DNA (Acido Desossiribonucleico, presente in tutti gli organismi viventi) mostra con i pioli della scala elicoidale le sintesi delle basi Adenina, Citosina, Guanina e Timina, rappresentate dalle coppie di colori: verde-arancio, arancio-verde, giallo-viola, viola-arancio, scandiscono i codici come di fatato alfabeto gnomico a spirale, che è in continua evoluzione. 1 elemento vegetale, resine sintetiche, inchiostri (base 20x20 cm, altezza 302 cm che tende all’infinito)
Biotéchne 02 - 2004 Nella composizione, al limite dello scambio ed equilibrio tra il biologico e il tecnologico, l’elemento “elettronico” si innesta in quello “bio-logico” e viceversa. Il lavoro prende le mosse da una evocazione cromatica attinente i rettili: il mamba antico abitatore di suoli africani da tempi primordiali. Non solo “compagno di strada di Lucy” ma antesignano della nostra specie, significativo di un pregresso status neurologico, il cervello rettiliano della teoria di MacLean è programmatore di memorie ancestrali dell’imprinting, della coazione a ripetere. Ma non solo “benvenuti nel vostro passato!”, perché grazie al supporto vegetale e all’immagine zoologica che porgono al futuro (significato da nuovi oggetti tecnologici), si determina un passaggio nel percorso di mutazione ed evoluzione dell’elemento naturale biologico verso quello naturale biotronico. 1 elemento vegetale, resine sintetiche e metalli (base 20x20 cm, altezza 300 cm che tende all’infinito)
Biotéchne 03 – 2006 Composizione nella quale, in habitat bio-tecnologico, avviene uno scambio, paradosso: l’humus riceve linfa dai campi elettromagnetici ed alimenta gli elementi biologici che dalla catena elettro-chimica sviluppano nuove sintesi evolutive. 6 elementi vegetali, 1 humus composto da metalli, plastica e resine sintetiche (base di orpella 53 x 53 cm, carta elettronica 10,5 x 18 cm, elementi di altezza 294, 224, 220, 217, 199, 198 cm verso l’infinito)
Biotéchne 04 – 2006 Evocazione di un elemento biologico che genera “frutti”, componenti di una futura “vita cyborg”, integrati con le nostre reti attuali neuronali, per permettere di comunicare con il mondo esterno attraverso stimolazioni oltre i sensi oggi noti. Si attualizzano gli studi sui NACHIP (Neuro-Semiconductor Interface with Recombination Sodium Channels). L’istallazione ipotizza la necessità di una nuova sensory remapping. 1 elemento vegetale, metalli, resine (base 24 x 52 cm, elemento di altezza 293 cm che tende all’infinito)
Biotéchne 05 – 2006 Istallazione nella quale attraverso le radici di rame, i codici di comunicazione delle macchine sono l’alimento del principio biologico e, in una sorta di inversione, divengono fonte di energia riproducendosi con evidenza al III, V e VII internodo. Un elemento, 4 elementi in rame ( 52, 35.5, 42.5, 44, x 8 cm), elemento di altezza 192 cm che tende all’infinito)
Biotéchne 06 – 2006 L’elemento biologico vegeta attraverso la fotosintesi. I cristalli agli internodi: III, V, VI, VIII, X e XII ricevono luce, i loro piani complementari fino all’angolo giro, scompongono l’energia luminosa e nelle riflessioni e rifrazioni lo spettro diventa geometria della mente. 1 elemento vegetale, 6 cristalli (base 25 x 31 cm, altezza 293 cm che tende all’infinito)
Biotéchne 07 – 2006 La spirale evolve nell’elemento naturale come un’elica e scandisce simbolicamente il DNA, raffigurazione metallica, “meccanica” fino ai parametri combinatori connotativi dei filetti delle viti, tracciati signici, che caratterizzano scenari tecnologici. 1 elemento vegetale, metalli, resine (base 31 x 30 cm, altezza 191 cm verso l’infinito)
Biotéchne 08 – 2006 L’istallazione, metafora del moto circolare attinente alla cinematica, segue l’elica dell’elemento biologico e si manifesta negli ingranaggi trasmettitori di energia. 1 elemento vegetale, 6 ingranaggi di metallo (base 20 x 43 cm, altezza 158 cm verso l’infinito)
Biotéchne 09 – 2006 Gli internodi dell’elemento biologico fruttificano in evocazioni di moto rettilineo e di meccanica delle leve in lucidi assemblaggi provenienti dalla scatola del MECCANO. 1 elemento vegetale, 5 elementi meccanici (base 43 x 20 cm, altezza 275 cm verso infinito)
Biotéchne 10 – 2006 Stressando il concetto di vivaio tecnologico, l’istallazione-humus alimenta virgulti di modelli logici atti a generare biotecnologia. 20 elementi vegetali (120 x 72 x 30 cm che tende all’infinito)
Biotéchne 11 – 2008 100 elementi di metallo, plastica, resine e legno (140 x 140 x 105 cm)
2010 Personale "100 FIORI" Istallazione nel Chiostro del Complesso Monumentale dei Ss Quattro Coronati - Roma ( video Backstage ) -torna all'inizio-
“HUMANITAS ET CONCORDIA” ARTE CONTEMPORANEA NEI LUOGHI STORICI DELLA SOLIDARIETA”
Nel lato sud-est del Complesso Monumentale dei Santi Quattro Coronati a Roma, esterno alla Basilica si ergeva già nel V secolo, un Battistero rinvenuto nel recente scavo archeologico (2002-04) e nuovamente rinterrato. Il Battistero si imponeva a pianta circolare con fonte per immersione, dagli otto blocchi murati portanti altrettante colonne.
Otto, numero ricorsivo simbolico del NUOVO GIORNO, l’ottavo della settimana dopo i giorni della creazione e il sabato del riposo, annuncia l’eternità e la resurrezione di Cristo e dell’uomo.
Mutarono in quei secoli le circostanze ambientali e la destinazione d’uso del Complesso Religioso nel Rione Celio devastato negli insediamenti dal passaggio normanno del 1084. Sul luogo del Battistero demolito fu costruito il chiostro cosmatesco del nuovo monastero benedettino.
Oggi, in coerenza con il luogo ospitante e precisa collocazione, il lavoro artistico di Maurizio Tiberti, opera polimaterica che utilizza plastiche, resine, ferro, odierni oggetti trovati, ready made contemporanei assemblati, in forma d’istallazione significativa di elementi biologici che confondono il limen tra il vivente e l’inerte, indica la trasformazione.
Indica quel che trasmuta, che non si vede, evoca i significati di rigenerazione e rinnovamento che in quel sito, nel tempo, si sono concretizzati in doni.
100 Fiori è ricerca (2004–08) della serie BIOTECHNE al confine tra la biologia e la tecnologia laddove la mutazione simbolica si manifesta sotto varie forme e téchne è conoscenza pratica e teorica di arte e tecnica.
L’arte contemporanea si connota per il tentativo di restituire in immagine e in manufatto qualcosa che appartiene ad ambiti sensoriali oltre la vista e il tatto.
L’invisibile è un’idea, anima / animata, ciò che è possibile o già passato, il sovrasensibile, il divino oltre l’umano: qui nel luogo deputato, l’arte riporta in emersione gesti avvenuti in un luogo d’acqua e di parole. “Si unisce la parola all’elemento, e nasce il sacramento”.
Con simbologia botanica Maurizio Tiberti pone l’elemento biologico come SEME della parola incorruttibile che vivifica nell’elemento e origina la nascita e nella sua dimensione collettiva e comunitaria, l’accoglienza.
Anna Giannandrea
L'AIOLA BIOTECHNETICA DI MAURIZIO TIBERTI
di Giacomo Carioti
Un anticipo della primavera in chiave biotechnetica: così possiamo interpretare
il geniale lavoro artistico installato da Maurizio Tiberti nel Chiostro del
Complesso monumentale dei SS. Quattro Coronati, nell'ambito del progetto
“Humanitas et Concordia”. Un luogo straordinario per un'opera fuori dal comune.
100 superfici di compact disc, adornate di petali molticolori, incoccate su
steli avvitanti, e composte come in una fertile aiola traboccante di sbocci in
un giardino di trovarobato telematico e cibernetico: un grande effetto
policromico, una emozione che travalica l'incombente stagionalità e la
trasferisce felicemente nella trans-umana trash-naturalità del terzo millennio,
conferendole nuova dignità e valore di ri-flessione.
2010 Collettiva - Uovo d'Artista 9a Edizione - Galleria "Il Granarone" Calcata (VT) -torna all'inizio-
OVO AUFBAU - Istallazione polimaterica, altezza 22 cm
“Ovo Aufbau” è oggetto cinetico composto da un uovo rotante su perno che disegna nello spazio i cerchi di rotazione, precessione e nutazione.
L’uovo che porta i significati elementari di cellula capace di generare, con le otto orbite cromatiche (allusione all’ossigeno) impresse sulla sua superficie richiama “aufbau”. Aufbau, costruire sopra, è il principio della fisica atomica e della chimica quantistica che viene applicato per determinare la configurazione elettronica di un atomo, di una molecola. Il principio formulato da Bohr negli anni venti del secolo scorso, è un processo di costruzione ottenuto con progressivi riempimenti delle orbite con elettroni fino a condizioni di stabilizzazione: “pieno come un uovo”.
Richiamando le leggende greche sulla nascita della pittura, che essa derivi sia dalla descrizione delle proiezioni dell’ombra, sia da quelle rimandate dallo specchio, è qui prerogativa dell’arte porgere ed evidenziare: con le orbite disegnate e riflesse dai supporti plastici e metallici, esplicitare ciò che è invisibile, l’energia primigenia.
Anna Giannandrea
2010 Personale "Il Filo di Arianna" Istallazione - Università di Roma "Sapienza" Aula Magna del Rettorato - Atrio -torna all'inizio-
Filo di Arianna: Arte Contemporanea tra archetipo e percorsi riabilitativi ( video still motion movie )
Istallazione-Opere : Minotauro - 2006, Viaggio di Icaro - 2006, Filo di Arianna - 2007
IL FILO COL-LEGANTE DI TIBERTI di
Giacomo Carioti (
video da Ematube.it )
Il 28 e 29 maggio, nell'atrio dell'Aula Magna del Rettorato dell'Università
di Roma "Sapienza" è stata allestita la mostra-performance di Maurizio Tiberti
"Il Filo di Arianna". Una esposizione di accoglienza, da parte delle opere
"Minotauro" e "Viaggio di Icaro" collegate, appunto, dal Filo di Arianna
digital-cromatico, con cui Tiberti ha catturato l'attenzione col-legata da tal
filo ad un austero e civilissimo convegno sulla riabilit-azione. Ancora una
volta Tiberti ha saputo cogliere il senso fuggevole delle cose più ardue, e lo
ha saputo trasfigurare da immanente a permanente, nel talentuoso ricordo di chi,
capitando, capisce.
da Smilja Janjatovic: Ognuno di noi non può che percorrere il proprio labirinto e per farlo siamo perfettamente equipaggiati; purtroppo, quasi sempre lo percorriamo bendati. Un abbraccio e grazie per averci arricchiti e per aver almeno per un attimo, sollevato la benda.
da Concetta Caminiti: La ricerca di Maurizio Tiberti continua e si coordina nel tempo e nello spazio con metodo, si inserisce in tutti i campi dell'arte, dalla storia trae elementi per una nuova spazialità bilanciando l'eccesso con rigore e convergendo le strutture nel presente.
da Pisana Collodi: Le
penne per volare e per scrivere, candele per la luce, perline per giocare e
sognare.
2010 Personale "ICHTHYS" Performance Chiostro Basilica Quattro Coronati - Roma -torna all'inizio-
ICHTHYS – 2010 di Maurizio Tiberti, istallazione e performance: alluminio, plastica, inchiostri (25 x 9 cm) ( video still motion movie )
Il Complesso Monumentale dei Santi Quattro Coronati sul Colle Celio è tutelato dal 1564 dalle Monache Agostiniane.Nel Chiostro cosmatesco, inciso su lastra di pietra tra colonnine, c’è un pesce che è segno evoluto da precedenti credi pagani e da vari sistemi mitici, fino a simbolo segreto dei primi cristiani. Quale vocabolo greco ICHTHYS / pesce è l’acrostico di “Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio”.
Nella pietra, nelle curve del disegno furtivo ma esplicito è inscritto XP, monogramma greco di Cristo, l’emblema che secondo la leggenda apparve a Costantino prima della battaglia di Ponte Milvio (312 d.C.), vittoria che garantì all’imperatore la successione, la consapevole trasformazione della devozione del Sol Invictus e radicò il credo cristiano.
Il Complesso Monumentale, limitrofo a luoghi deputati ad accampamento militare, i castra peregrina, conserva questo segno, inciso allora sugli scudi, fissato ora nella pietra e nel tempo da ignoti maestri scalpellini.
Il pesce è metafora presente spesso in Agostino (Tagaste 354-430) al quale s’ispira la Regola adottata dalle Monache; egli nei Discorsi parlò, in attinenza alla mistica del numero, della simbologia dei pesci, i 153 della Miracolosa Pesca descritta nei Vangeli (Iohannem,21,11) che indica i connotati della nascente Ecclesia, cogliendo la portata prefigurativa dell’avvenimento.
Agostino maestro con le Confessioni della “scrittura ad alta voce”, rara scrittura estetica, emotiva, vocale, nuova modalità espressiva, come Dottore della Chiesa è festeggiato il 28 agosto.
In coerenza con la solennità, nel Chiostro Maurizio Tiberti attualizza il “segno trovato” nella pietra, XP, il pesce come un ready made contemporaneo che veicola significati universali fin dentro una AGAPE FRATERNA, banchetto partecipato con cibi e bevande, celebrativo dell’Ultima Cena e dell’Eucarestia: agape in tarda lingua latina significa Amore. Con 12 oggetti poetici odierni la performance di acqua e di elementi di Maurizio Tiberti si colloca nella fontana che, essa stessa singolare assemblaggio testimoniale di epoche e culture, è uno storico ready made. Anna Giannandrea
2010 Personale - Qui n'a pas son Minotaure? - Colosseo Nuovo Teatro - Foyer - Roma -torna all'inizio-
Istallazione - Minotauro, Filo di Arianna, Viaggio di Icaro, Arianna e Dioniso ( video della istallazione nel Foyer del Colosseo Nuovo Teatro)
Le istallazioni di Maurizio Tiberti accompagnano nel viaggio ludico alle radici del mito mediterraneo con “oggetti dell’assurdo”, per condurre alla grammatica eterna che sottende a tutte le fiabe. Anna Giannandrea
2010 Opera Grafica - 150° Anniversario Unità d'Italia - Acquaforte colorata a mano (35 x 50 cm) (esemplare unico) -torna all'inizio-
Il segno, il percorso, la simbologia sono significativi di un orizzonte e di riflessioni della/sulla LUCE. Il fenomeno naturale dell'arcobaleno, nuovo stato di cose che si manifesta con l'energia della luce, avviene quando il SOLE illuminante è alle nostre spalle e appaiono davanti a noi i colori dello spettro solare. L'arcobaleno, come un PONTE, che collega, definisce un nuovo luogo, uno solo fra tanti, è fatto da inter-azione, direzione.
Il tricolore, i numeri, sono il riferimento storico alla nostra Vicenda Unitaria e alla necessità della Memoria e qui evocano non solo tempo lineare di eventi irripetibili e celebrabili, anche tempo circolare dove si rigenera passato, presente, futuro. Anna Giannandrea
2011 Collettiva Uovo d'artista X Edizione - Palazzo Baronale - Calcata (VT) -torna all'inizio-
Ovum Unitatis - Istallazione polimaterica - 24 x 24 x 16 cm
2011 Performance AZOTH 2011 al Chiostro dei Frati dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria - Roma -torna all'inizio-
AZOTH 2011 "un viaggio nel tempo, per capire il presente e progettare il futuro" ( Azoth2011 video still motion movie ) (Avototem video still motion movie)
Comunicato stampa: 5 ottobre 2011: Presso l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria sabato 8 ottobre 2011 avrà luogo la giornata di studio L’evoluzione della professione farmaceutica “un viaggio nel tempo, per capire il presente e progettare il futuro”, nell’ambito delle Celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. La performance AZOTH 2011 di Maurizio Tiberti avverrà alle ore 11.00 nel Chiostro dei Frati dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, Lungotevere in Sassia, 3 – Roma.
Saranno in mostra anche i due Libri d’Artista, libri/oggetto: TOTEM 2007 e AVOTOTEM 2007, opere con le quali Maurizio Tiberti esprime con la matericità e con la “scrittura” simbolica, la fuga dal libro come strumento privilegiato di un sapere che rimanda sempre ad altro da sé, qui coerenti con il luogo che evoca insieme il sapere e il fare. Nel riutilizzo di oggetti quotidiani, l’involucro farmaceutico industriale è un “alter” del taccuino di laboratorio, è diario di comportamenti, è risulta di gesti propiziatori, di volumi dissolti. I contenitori trasformati, tagliati e schiacciati evocano le attese, le aspettative di benessere e valetudo. Con attinenza all’etologia, il totem, è l’icona utilizzata da Maurizio Tiberti, che nei suoi significati di difesa, di discendenza, di continuità stanziale, di tutela e protezione, si fonda sull’Universale di territorialità ed è antica eredità dei Primati.
Nuove connessioni tra le scienze farmaceutiche, chimiche, mediche e le discipline artistiche e umanistiche, richiamano al concetto di tèchne introdotto da Ippocrate che riguarda l’arte quanto la scienza e per arte s’intende anche la terapia oltre la diagnosi e la prognosi. Il luogo, l’Accademia, evoca ed indica quindi l’arte non solo come antidoto allo stress, ma come un sistema immunitario, nutrimento dello spirito, l’arte è taumaturgica. Azoth è la panacea, miscela prodigiosa e simbolica dell’energia nascosta in tutta la materia che permette la trasmutazione.
Con la performance AZOTH 2011 Maurizio Tiberti allude agli sviluppi dell’alchimia verso la moderna chimica e richiama la figura rinascimentale di Paracelsus (1493 – 1514) grazie al fotogramma dal raro film di Pabst (1943) mai tradotto e proiettato in Italia. Anna Giannandrea
FILOTTETE 2012 - Istallazione e Performance - 1 e 2 febbraio 2012 Atrio Aula Magna Rettorato Università di Roma "Sapienza" -torna all'inizio-
video still motion: 1) Installazione e Performance 2) backstage FILOTTETE Officina di Maurizio Tiberti
L’installazione di Maurizio Tiberti è un percorso che, riconoscendo al mitico ciclo troiano l’energia simbolica, lo attualizza facendone scaturire la forza del trasmutarsi, del raccontare e reinventare le vicende, evocando la storia di Filottete, simbolo nella moderna psicologia della ferita che coinvolge. Il depositario di arco e frecce di Eracle affetto da ferita al piede, incurabile e repulsiva, vive l’abbandono ma è risanato da Apollo con un anestetico sonno che permette l’operazione chirurgica.
ÒIMOI MÒI MÒI E’ l’onomatopeia del dolore cosmico, psichico e fisico e ricorre nel teatro di Sofocle come esplicitazione della ferita multisensoriale.
ÒIMOI MÒI MÒI
La performance dinamica di Maurizio Tiberti, di esperienza condivisa, allude alla fatica del vivere. Parole che disegnano parole, tautologica forma di calligramma, le parole ritornano per mostrare e nominare.
Il rituale collettivo è simulazione del ferire, ma esorcizzata la violenza e l’istinto di abbandono, conferisce ai gesti sacralità e somiglianza attinenti tanto l’offerta che il sacrificio.
Filottete risanato, dalla deserta isola di Lemno (sicuro, prof. Torelli Mario che gli Etruschi vengano da lì!?) condotto dalla comunità delle navi e dei guerrieri fino ai lidi di Troia, trasmette l’icona della energia salvifica. Anna Giannandrea
VIDEODECOMPOSIZIONE 2012 - Opera visiva realizzata in rete di telecommunicazioni - Internet - dall'11 febbraio 2012 ore 20.39
video still motion: VIDEODECOMPOSIZIONE di Maurizio Tiberti -torna all'inizio-
La trasformazione di uno Speaker nell’opera visuale di Maurizio Tiberti è mostrata sul monitor con una sequenza di immagini campione che documentano la degenerazione delle informazioni visive e la successiva macerazione dei pixel (picture element) che le compongono. Nel processo di decomposizione avviene la perdita del significante, fino alla totale inversione dei colori e la completa inintelligibilità della figura. L’evento decomposizione-ricomposizione è stato realizzato su di una rete digitale per le telecomunicazioni. Lo Speaker è stato ripreso da una telecamera mentre legge un testo, il video poi “drogato” con rumore psofometrico a differenti valori di potenza, con un valore iniziale di 7500 pWp0 (picoWatts, psophometrically weighted, measured at a 0 Dbm Trasmission Level Point) subisce vari stadi di decomposizione fino alla metamorfosi e viceversa. (Opera visiva messa in rete l'11 febbraio 2012 ore 20.39)
2012 Collettiva Uovo d'Artista XI Edizione - Il Granarone - Calcata (VT)
OVO STILITA - istallazione, tecnica mista, h: 225 cm Video: Ovo Stilita di Maurizio Tiberti
La scintilla divina che è dentro l'uomo, spirito universale, universo egli stesso, specchio del Tutto, si isola sdegnata dalla materia arrembante.
Questo è quello che mi arriva.
Grazie per le emozioni che mi trasmetti.
Vincenzo De Lauretis
2012 Performance "In Ovo Sapiens" 15 maggio 2012 Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano (GR)
Video: Youtube In Ovo Sapiens di Maurizio Tiberti INSIDEART "In Ovo Sapiens"
2012 Performance "Rivoluzione solare" 19 luglio 2012 Giardino Torrigiani a Firenze.
Video:Youtube Rivoluzione solare di Maurizio Tiberti INSIDEART Rivoluzione solare di Tiberti
Performance "Rivoluzione Solare" di Maurizio Tiberti che abbraccia la Torre nel Giardino Torrigiani il 19 luglio 2012.
A Firenze, celato da bastioni medicei, il più grande giardino privato d'Europa in un Centro Storico ( 7 ettari ), protegge il disegno di un itinerario sapienziale nella redazione ottocentesca di Luigi Cambray Digny. La torre neogotica del Baccani simbolizza le tre età del mondo e l'applicazione dei principi della Natura.
2012 Performance "Omphalos 2012" 29 giugno 2012 Museo Archeologico Nazionale di Palazzo Barberini a Palestrina (RM) -torna all'inizio-
Video: Youtube Omphalos 2012 di Maurizio Tiberti
Performance di Maurizio Tiberti che denomina "OMPHALOS" i cippi a pigna provenienti dalla necropoli Colombella di Palestrina (IV secolo a.C.). Il 29 giugno 2012 nel Museo Archeologico Nazionale di Palazzo Barberini a Palestrina (RM).
2012 "MURA PELASGICHE" Performance di Maurizio Tiberti - 2012 - Video: Youtube MURA PELASGICHE" Performance di Maurizio Tiberti
"L'ars aedificatoria necessita di mani, materiali, coscienza e conoscenze della comunità cui è destinata: è profezia del futuro già contenuta nella realizzazione della operatività collettiva." (Bruno Taut) Maurizio Tiberti esplora le Mura Pelasgiche sull'acqua, V sec. a.c., a Orbetello (GR) 8 ottobre 2012, sullo sfondo la Polveriera Guzman e la Laguna di Levante.
2012 "ENOTAURO 2012" Personale al Museo Archeologico Comunale - Polveriera GUZMAN - Orbetello (GR)
Istallazioni - Minotauro, Filo di Arianna, Viaggio di Icaro, Arianna e Dioniso
Il richiamo è immediato
Puoi cercarci di tutto dentro
dalla storia ai sogni
dalla terra, al mare, al cielo
Ci trovi poche cose:
quelle che contano
E ti senti di poter volare
Claudia 3-11-2012
Performance: IGROS 2012 E PIRINOS 2012 - 2 novembre 2012 -
IGROS PIRINOS
2012 "LINOTYPE 2012" Performance di Maurizio Tiberti - Atrio del Quotidiano romano "Il Messaggero" - Roma - Video: Youtube LINOTYPE 2012
Maurizio Tiberti "Linotipista onirico" durante la sua
performance nella sede del quotidiano romano "Il Messaggero" mentre digita, il
13 novembre 2012, sulla tastiera della macchina Linotype racchiusa in una teca
di cristallo.
La performance replica e proietta nel nostro secolo l'azione, già pietra miliare
della Galassia Gutenberg", del primo utilizzo della Linotype al New York Tribune
nel 1886, passando dalla composizione, per la stampa, da quella manuale a quella
meccanica.
2013 "Nutazione Cosmogonica" Performance di Maurizio Tiberti - Padiglione Centrale della Biennale di Venezia 2013 - Nutazione Cosmogonica
Performance di Maurizio Tiberti “NUTAZIONE COSMOGONICA”, esplorazione del LIBRO ROSSO di Carl Gustav Jung (1875 – 1961), il 30 luglio 2013 nel Padiglione Centrale della Biennale di Venezia 2013, 55a Esposizione Internazionale d’Arte, dove è allestita la grande mostra/ricerca di Massimiliano Gioni “Il Palazzo Enciclopedico” che indaga il desiderio e l’ossessione della conoscenza totale, dalle funzioni e dal dominio dell’immaginario fino alla rappresentazione dell’invisibile.
Nell’evocare il Museo Ipotetico Auriti (1955) che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, la Mostra esordisce con la teca che protegge il Libro Rosso/Liber Novus scritto dal 1913 al 1930 da Jung, presagio numinoso e nucleo vitale di tutta la sua attività, non testo teorico ma vero viaggio iniziatico documentato, opera rimasta segreta per 80 anni.
La performance evoca, oltre le metafore e i simboli, con procedure operate, la ricerca di Maurizio Tiberti di una sospensione – nutazione - dal “cosmo prospettico rattrappito e scadente, mistificato dalla scienza, dal mito, dal laborioso errore del pensiero”. JA
2013 “SI SEDES NON IS” Performance di Maurizio Tiberti - Fondazione Bisazza - Montecchio (VI) - Video: Youtube SI SEDES NON IS
Performance “SI SEDES NON IS” di Maurizio Tiberti con la “Poltrona di Proust Monumentale” di Alessandro Mendini, 2005, alla Fondazione Bisazza a Montecchio (VI) il 29 luglio 2013.
Il Divisionismo su scala titanica della sedia d’artista di ispirazione letteraria, indica la ricerca sulla natura del tempo, il tempo simbolico e il tempo circolare. Maurizio Tiberti interpreta la scomparsa dell’alchimista Francesco Giuseppe Borri (1627-1692).
La leggenda della II metà del Seicento allude alla riuscita trasmutazione di laboratorio nella ricerca della pietra filosofale compiuta dal medico e filosofo esoterico Borri, che scomparve nella Porta Magica della Villa Palombara a Roma, sulla soglia della quale compare l’epigrafe “SI SEDES NON IS”. L’iscrizione può essere letta da sinistra a destra – se siedi non vai – e da destra a sinistra – se non siedi vai -, palindrome identificativa di tutte le impossibili sedute. JA
2013 "ALCHIMIA 2013" Performance alchemica di Maurizio Tiberti - Compagnia degli Androni / Officina 3 Roma - Video: Youtube ALCHIMIA 2013
Con la Performance "ALCHIMIA 2013", richiamando la figura rinascimentale di Paracelsus (1493-1514), e il concetto di tèchne introdotto da Ippocrate, che riguarda tanto l’arte quanto la scienza, Maurizio Tiberti allude insieme all’evoluzione dall’alchimia fino alla moderna chimica, e al ruolo della arti contemporanee come un sistema immunitario, nutrimento dello spirito: l’arte è taumaturgica. Nel riutilizzo di oggetti quotidiani, i documenti formali del sanare sono diari di comportamenti, sono la risulta di gesti propiziatori e di volumi dissolti. I documenti trasformati, piegati, schiacciati e uniti evocano le attese, le aspettative di benessere e valetudo.
Il Libro d’Artista è “leporello” con il quale Tiberti esprime con la matericità e con la scrittura simbolica, la fuga dal libro come strumento privilegiato del conoscere che rimanda sempre ad altro da sé, in coerenza con il luogo, lo studio dell’artista come laboratorio alchemico, che evoca insieme il Sapere e il Fare. Anna Giannandrea
2014 "Io sono il rosso" – Performance di Maurizio Tiberti - video: Io sono il rosso -torna all'inizio-
Maurizio Tiberti alle ore 13.04 del 31.03.2014, Giannella (GR), mentre denomina tre oscillazioni di luce, finestre del visibile nello “spettro” di Newton. Come Wittgenstein in “Remarks on color”: sensazioni che noi chiamiamo giallo, blu e rosso, la pensabilità del colore. JA
2014 BIOTECHNE 2014 - Mostra Personale: Istallazione: Take One - Cornice Aperta - Bottega Martinelli; Roma a cura di Giacomo Carioti
“Cornice Aperta” è la rassegna di arte contemporanea curata da Giacomo Carioti. Lavori unici d’artista in Mostra Personale, ospitati nella Vetrina della Bottega Martinelli a Roma, Piramide Cestia. Nel mese di aprile, dal 10 al 24, Maurizio Tiberti ha esposto un’opera singola appartenente alla serie BIOTECHNE. Il ciclo di lavori polimaterici – 2004 / 2008 – sono al confine tra la biologia e la tecnologia. Nelle istallazioni la mutazione biotecnologia si manifesta sotto le varie forme e téchne conoscenza pratica e teorica, selettivamente si fonde con le caratteristiche degli esseri viventi, con l’aspetto biologico. Opera poetica e paradossale, emana una sua propaggine nei suoi take one di Arundo Donax delle Graminacee, canna comune, tiratura numerata, che gli intervenuti al vernissage hanno liberamente portato via. JA
2014 ARTISTI CON CATALOGHI AL SEGUITO - Museo della Carta e della Filigrana - Fabriano (AN) - Biblioteca Multimediale Romualdo Sassi
L’evento “Artisti con cataloghi al seguito”, dal 25 al 31 ottobre 2014 in occasione dei 750 anni della Carta, è ospitato nell’ex Convento dei domenicani, oggi Museo della Carta e della Filigrana, luogo in coerenza con l’esposizione dei cataloghi, documenti cartacei che confluiranno nella Biblioteca Multimediale Romualdo Sassi e, (arte partecipata) cataloghi take away di cui il pubblico potrà appropriarsi. I cataloghi sono memoria e proposta di percorso d’artista, supporto del fare, del dire e del pensare. E della scrittura con i suoi simboli e significati.
Sarà il potere della scrittura in tenzone con l’oralità? Oltre i supporti/veicoli dell’informazione si attiverà il dibattito tra scrittura e scambio verbale, l’oralità. Ossimoro è il mito evocato di Theuth/Ermes divinità egizio/greca alla quale è attribuita l’invenzione della scrittura. Dice Platone (Socrate non scrisse nulla) che il Faraone e Socrate votarono per la prima svalutando gli scritti di ogni tipo come un mezzo soltanto per richiamare alla memoria gli argomenti-copie-e non per trasmettere ed elaborare sapienza. Ma è Platone silente e subliminale, che riportando queste vicende nel “Fedro” informa che i primi arcaici discorsi profetici e sapienziali venivano da un antico albero parlante nel tempio di Zeus a Dodona e ancora richiama oggi che da fusti e cortecce si ricava la carta.. fate voi.
Il procedimento di far carta evoca laboratori di trasformazione, come il fare arte da parte degli artisti intervenuti a Fabriano all’incontro intergenerazionale per discutere di trasformazione della materia e delle idee, di scultura, pittura, architettura, performance, video, foto attività multisensoriali e cinetiche per comunicare, provocare, informare, apparire e scomparire.
E’ una mostra con workshop dove ciascuno esporrà (su supporto cartaceo) il proprio paradigma di arte, poi con confronto e dialettica verbale, crogiolo di esperienze, il fondere, spalmare progetti, melting pot-analogia dalle storiche terre del ciauscolo, elaborato culturale a connotazione enogastronomia, fare Rete.
Anna Giannandrea
2014 Simposio di Ebe coppiera degli Dei e Maurizio Tiberti – Performance 2014 - video: SImposio di EBE
Ebe, scultura del 1816 di Antonio Canova (1757-1822), Forlì 26 luglio 2014, Musei di San Domenico. Maurizio Tiberti riceve da Ebe, figlia di Zeus e Era, coppiera degli Dei, una coppa; la performance, nel gesto del brindisi, attualizza dal virtuale il mito della libagione.
La libagione è esorcismo della paura dell’arcaico potere demoniaco del vino, potere che si ribalta con l’uso favorevole, rispettoso e ragionato del vino, per fruirne i benefici. Il Simposio è condividere il vino con altri, azione che si carica di significati, è principio etico e sacrale, è festa, una delle supreme manifestazioni di armonia tra l’umano e il divino.Il vino è conversazione, conoscenza, magica lente che rivela tutto dei conviviali, rimedio che irrobustisce il cuore.
Vino Lathikedés, che mitiga gli affanni. Dice Alceo (VI sec. a.c.): Alle sventure non cediamo l’animo, non serve a niente affliggerci o Bicchide il miglior farmaco è il vino: inebriamoci. A.G.
2014 Atelier di Giorgio Morandi e Maurizio Tiberti – Performance 2014 - video: Atelier di Giorgio Morandi
Maurizio Tiberti attraversa l’atelier di Giorgio Morandi (1890-1964) e si manifesta nello specchio declamando: Recisa Virescit!, nella fedele ricostruzione dello studio dell’Artista Bolognese della casa di via Fondazza a Bologna, allestito a Palazzo Romagnoli di Forlì.
Il motto di Benedetto da Norcia (480-547), espresso in occasione della rinascita di un luogo di culto, la ricostruita Abbazia di Santa Maria in Montesanto, rivitalizzata, come gemmazione rimanda a un Altrove.
Così dal laboratorio, il suo universo, gli oggetti vissuti quotidianamente e ostinatamente dal Maestro Bolognese, rivivono a distanza di spazio e tempo e oltre la metafora vivificano evocando prodotti creativi, animando idee e il Visitatore si rivela nel suo doppio, nello specchio. JA
Recisa Virescit. Forlì 26 luglio 2014
2015 Porta Magica 2015 – Performance di Maurizio Tiberti https://www.youtube.com/watch?v=rA3YOtTuvoY
Maurizio Tiberti scopre il varco nella Porta Magica, ingresso del laboratorio domestico del Marchese Massimiliano Palombara, alchimista, poeta e filosofo seicentesco fautore della ricerca scientifica della verità e della conoscenza, il quale lascia come dono il suo scrigno di epigrafi di pietra, consapevole che le conoscenze alchemiche stavano trasformandosi in conoscenze scientifiche (1680).
Maurizio Tiberti sollecitato dalla frase palindromica incisa sulla soglia “SI SEDES NON IS” – se siedi non avanzi -, percorre virtualmente il passaggio necessario, oltrepassa il varco per entrare, sempre, nel Nuovo Sapere.
Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria, Santo Spirito in Sassia – Roma -
2015 SIDEREUS NUNCIUS – ECLISSI - PERFORMANCE 2015 di MAURIZIO TIBERTI - video: SIDEREUS NUNCIUS
Maurizio Tiberti alle ore 12.00 del giorno dell’Equinozio di Primavera, venerdì 20 marzo 2015, dopo la centralità dell’eclissi di Sole (ore 10,31’,16’’- UTC+1) declama Sidereus Nuncius, il titolo dello straordinario rendiconto grafico-scientifico che Galileo Galilei (1564-1642) diede alle stampe, 550 copie, nel 1610. E’ la descrizione della osservazione degli Astri che decreta il crollo della visione Aristotelico-Tolemaica della Terra al centro di ogni cosa, e inizia il Pensiero Moderno.
Performance di Maurizio Tiberti a Roma tra la domenicana Basilica di San Clemente e il profilo del Salone Gotico del complesso monumentale dei Ss. Quattro Coronati, aula di giustizia nel XIII secolo, in anni scottanti per il conflitto tra Chiesa e Impero. JA
2015 BIOTECHNE 2015 – Mostra Personale di Maurizio Tiberti: 12 istallazioni presso CRA, Centro di Ricerca per lo Studio delle Relazioni tra Pianta e Suolo, via della Navicella 4 Roma - video: TG T9
Le opere della serie Biotéchne di Maurizio Tiberti dal 2004 al 2007 sono al confine tra la biologia e la tecnologia laddove la mutazione biotecnologica si manifesta sotto varie forme e téchne, conoscenza pratica e teorica di arte e tecnica, elettivamente si fonde con le caratteristiche degli esseri viventi, l’aspetto biologico. Per le istallazioni polimateriche, che sono a volte macchine poetiche, a volte sculture–paradosso, Maurizio Tiberti utilizza come elemento biologico e portante la Canna Comune (Arundo Donax, del genere delle Graminacee, famiglia delle Poaceae con i fiori Ermafroditi), e vari reperti trovati, ready made contemporanei.
I confini tra il vivente e le macchine, affinchè non si sovrappongano, inconsapevolmente si spostano sempre più avanti nel tempo radicando una fascia, indefinita, dove una lenta trasmutazione muta gli equilibri della genetica.Nelle istallazioni ironiche si evoca una sorta d’ingranaggio genetico, esempio di macchina bio-elettrica che produce biobrick capaci di ipotesi ricombinatorie nella costruzione di una vita, dove il diaframma tra vivente e meccanico diverrà sempre più effimero.Nei lavori, l’elica della vita è sempre dominante ed appare evidente nella sua architettura per poi sfumare in aspetti di metafora, di allusione alla tecnologia, inattesi e sempre più spinti.
La sperimentazione persistente di Maurizio Tiberti è sostenuta più che dalla ricerca di soluzioni, dall’allestimento di sempre nuovi punti di vista. Egli pone l’icona mentale del problem finding or shaping piuttosto che problem solving. I suoi percorsi artistici prendono forme nei materiali più diversi in attinenza a temi dell’arte e della scienza, della metafora della conoscenza e, tra visionarietà e provocazione, egli forza i confini della separazione dei Saperi. Anna Giannandrea
Maurizio Tiberti con l'opera/istallazione DNAutoritratto firma la mostra BIOTECHNE 2015 evocando come in una impronta, la doppia elica del DNA, lo scrigno cromosomico che contiene le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi, in coerenza con il luogo ospitante che conserva le Collezioni Botaniche delle Specie: il Centro di Ricerca per lo Studio delle Relazioni tra Pianta e Suolo, in via della Navicella a Roma.Relazioni, comunque continuità, fusioni, analogie.
Daniel Chamovitz, biologo, scopre negli anni ‘90 che nel nostro patrimonio genetico c’è un gruppo di geni che si ritrova identico nel DNA delle piante, sono quei geni che consentono la risposta alla luce negli organismi vegetali, animali, umani.“L’evoluzione biologica li ha conservati intatti dalle Alghe all’Homo Sapiens”.
Somiglianza, affinità, geni in comune.
Allora Maurizio Tiberti ricorre a Lucrezio, all’opera di poesia ispirata alla scienza, De rerum Natura. Utilizza uno stralcio calligrammatico dal IV Libro riservandosi la possibilità tautologica di mostrare e nominare insieme e, come un ingrandimento di un vetrino da microscopio, indica con la sua modalità fantastica e visionaria oltre il vincolo della materia vivente, l’incalzante ricerca di una mistica della scienza. AG
2015 FIAT LUX 2015 Mostra personale di arte contemporanea – Chiostro dei Santi Quattro Coronati - Roma - video di Maria Mencarelli
2015 Anno Internazionale della Luce – UNESCO
Fiat Lux: 2006 Libro d’Artista, (copertina 29,5-21,5-4,5 cm + pag. 300 A4 210x270mm; carta 90g/m2).
Libro di Luce: 2012 Libro d’Artista-istallazione, (telai da 104x104 cm, contenenti 49 elementi ciascuno, rilegati; legno, plastica, nylon, metalli)
Il Complesso Monumentale dei Santi Quattro Coronati sul Colle Celio è tutelato dal 1564 dalle Monache Agostiniane. Nel chiostro cosmatesco, che rappresentava uno spazio vitale destinato alla deambulazione alla preghiera e alla elevazione ascetica in quanto simbolo del giardino paradisiaco, è ospitata l’istallazione FIAT LUX 2015 di Maurizio Tiberti costituita da due simbolici e simbiotici Libri d’Artista. L’opera-libro Fiat Lux è un oggetto totalmente nero, fuori del contesto linguistico generalmente inteso, materico, privo d’informazione, apparentemente non identificabile con il “codice o struttura semiotica” giusta ed atta a comunicare con il nostro intelletto. L’assenza d’informazione esalta la potenziale forza di contenerla, insita nei libri e con il titolo di riferimento alla frase biblica pronunciata dal Creatore dell’Universo quando creò la luce, diviene opera cinetica e visiva, infatti nel momento che si solleva la copertina di un libro si accende la luce dell’intelletto.
Il Libro di Luce, la cella-modulo replicabile è l’ipotetica campionatura della struttura di cellule celebrali. L’energia che attiva gli scambi elettrobiofisici opera interconnessioni che portano alla formulazione del pensiero fino al limite del concetto che “anche il pensiero è materia”. Il cromatismo, simbolico di acquisizioni di informazioni dal mondo esterno, che rimodellano la rete, formula la memoria come topos dell’esistere e immagine-specchio, simmetria della realtà, contenitore individuale al quale è affidato il nostro universo.
Ma non basta: nella celebrazione dell’Anno UNESCO della luce, MT cerca nella materia del prodotto artistico un media per porgere una elaborazione simbolica della realtà fisica, filosofica, cosmica della luce. I due LdA, oltre una dialettica tra luce e tenebre, sono un’allusione al proiettarsi verso una dimensione trascendente. MT, sostenuto dal prologo poetico e teologico del Vangelo di Giovanni, ove il logos, il Verbo-Cristo è presentato come luce vera che illumina ogni uomo (1,9) con distinzione significativa: la luce non è Dio, ma Dio è luce, l’artista sostenuto dai significati della Parola Creatrice dalla Sapienza del Padre (come in Paolo ai Corinzi), come rivelazione di qualcosa, va oltre la riflessione su arte e scienza. MT infatti coniuga una dimensione spirituale e una sensoriale, oltre il concetto di libro, indica la ricerca della sapienza contenuta nelle sacre scritture e celebra in coerenza di luogo e di data, Agostino (Tagaste 354 - Ippona 430) al quale si ispira la Regola adottata dalle Monache che privilegia l’ascesi del cuore. Agostino che ha parlato della luce come metafora della conoscenza, maestro con Le Confessioni della “scrittura ad alta voce”, rara scrittura estetica, emotiva, vocale, nuova modalità espressiva, ha prodotto una moltitudine di libri e trattati che fanno di lui il più importante e prolifico Padre della Chiesa latina e così è festeggiato il 28 agosto. Anna Giannandrea
«Dio non è circoscritto o racchiuso in una forma corporale, per cui da una parte abbia il dorso e da un'altra gli occhi. Egli è una luce, ma non una luce come quella che vediamo con gli occhi, neanche se la vorrai ingrandire ingigantendola con i tuoi pensieri fantastici, fino a creare campi di luce, montagne di luce, alberi di luce, svolazzando dietro le vanità del tuo pensiero.
Vuoi capire cos'è questa luce spirituale? Interrogati intorno all'origine del comprendere» (Sermone 159 B, 5)
sed lux quaedam est, nec talis qualem videmus oculis, nec si hanc qualem videmus oculis augeas, dilatans eam per phantasiam cogitationum tuarum, et facias campos lucis et montes lucis et arbores lucis, per vanitates cogitationum tuarum volitans. Vis intellegere lucem spiritalem? Quaere unde intellegis
2015 RIFLESSIONI SULLA LUCE 2015 Mostra personale al Museo Archeologico Comunale di Orbetello (GR) Polveriera GUZMAN - video di Anna Giannandrea
Anno Internazionale della Luce – UNESCO
Le sette istallazioni, anche cinetiche e luminose, le
tredici opere grafiche,
sono un segmento della ricerca che Maurizio Tiberti approfondisce tra
arte e
scienza fin dai suoi esordi. Le opere presentate alla Ex Polveriera Guzman
si collocano verso la naturale conclusione dell’Anno Internazionale della Luce
che l’artista continua a celebrare.
Con BIOTECHNE 2015, indicando nel fenomeno della biosintesi la risposta alla
luce degli organismi viventi, ha esposto opere poetiche presso il Centro di
Ricerca per lo studio delle relazioni tra pianta e suolo, a Roma. Con
FIAT LUX,
due Libri di Artista, oltre la dialettica tra luce e tenebre, ha alluso alla
proiezione verso una dimensione trascendentale, nel Chiostro dei Santi Quattro
Coronati.
A Orbetello, che celebra la ricorrenza mondiale della Luce, egli scompone il
reale nel COLORE per ricomporre l’impossibile nei lavori di gravure trattati
come un simbolo d’infinito. Egli attua una riflessione sulle leggi della fisica
fino al paradosso, con opere operate, procedura artistica ardua che rende il
materiale utilizzato metamorfico.
La luce? da vedere, naturalmente.
Presentazione al Catalogo di Giacomo Carioti.
La mostra è stata curata da Anna Giannandrea.
2015
MAURIZIO
TIBERTI AL
VENTENNALE
DI MASSENZIO ARTE presso la sede ISA (Istituto Superiore Antincendi) di Roma
La mostra di arte contemporanea è stata allestita presso l’ISA (Istituto Superiore Antincendi) dall’Associazione Culturale Massenzio Arte in occasione del suo Ventennale di attività, insieme ai lavori di altri venti artisti, Maurizio Tiberti ha esposto l’opera “LIBRO DI LUCE”.
2015 CIELI AL CELIO - ECOMUSEO VIRTUALE AL RIONE CELIO ROMA - video di Maria Mencarelli
2016 DIGITUS 2016 – Mostra Personale di Arte Contemporanea di Maurizio Tiberti - Studio dell'artista in via Casilina Vecchia 21 - Roma
Istallazioni Grafica e Video - Nell’officina-magazzino di via Casilina Vecchia, in area cittadina recuperata dall’archeologia industriale, dove lo spazio è flessibile e destinato a lavoro creativo, ricovero ed esposizione, Maurizio Tiberti presenta DIGITUS 2016. Video Anna Giannandrea
L’occasione è la manifestazione Open House Roma, iniziativa giunta alla V Edizione che apre ai visitatori gli spazi pubblici e privati degli edifici di Roma Capitale, coniugando con eventi, architetture antiche, moderne e contemporanee in un osservatorio sulla dinamicità della Città che si trasforma. Tra arte e scienza la mostra personale di arte contemporanea di Maurizio Tiberti, con significativi lavori storici dal 1980 in poi e opere inedite, attua una riflessione intorno a un gesto consueto, tanto simbolico che agito, la DIGITAZIONE e sua evoluzione che evoca e attiva il Comunicare.
La mostra è rigorosa ma non severa perché temperata dall’ironia e rumina dentro uno dei percorsi tematici propri della ricerca dell’artista. Nell’allestimento oltre la motilità fine prefigurata, le istallazioni ingigantiscono, esasperano e congelano nei materiali utilizzati, gli oggetti quotidiani del comunicare, le “tastiere” sulle superfici delle quali il gesto diviene segno tattile e grafico e il contatto trasmette l’attesa, l’aspettativa, il desiderio del propagare. Il gesto diviene così memoria del futuro, emanazione del sé attivata dall’Uno alla ricerca di Altro da sé, della Collettività. Non è solo gesto utilitaristico, la cui energia si colloca nello spazio invisibile della nuvola virtuale, non vuota, e non solo mezzo trasmissivo dove pieni e vuoti, silenzi e suono, come in musica, costituiscono i significati. Alloggia nella stele di cristallo, la fucina delle trasformazioni: recettore del segno, dai dati elementari e caotici, il microprocessore, come Giove Stator, intellige e traspone l’informazione dei flussi che lo attraversano. La scintilla, il corto circuito attivato dalla vitalità del gesto, DIGITUS, chiama quella dimensione che Maurizio Tiberti cattura con le sue istallazioni, stigmatizza con la gravure, quello spazio che, dal vitale al materico, egli fa diventare scultura indicando una dimensione parallela che porta oltre il piano descrittivo, bidimensionale o a tutto tondo dei lavori, che sembrano stare stretti addosso all’artista, liberandosene e appartenere a un iperuranio mondo delle idee sovratecnologiche. Anna Giannandrea
2016 CONFESSIONES 2016 Mostra personale di arte contemporanea di Maurizio Tiberti - Chiostro dei Santi Quattro Coronati - Roma
https://www.youtube.com/watch?v=zYFrsC4jOqE Video e commento di Anna Giannandrea
https://www.youtube.com/watch?v=zD2FBnpaIpA Video di Anna Giannandrea: Ida Gerosa a CONFESSIONES 2016
Il giorno 28 di agosto sul Colle Celio di Roma si festeggia la Solennità di Agostino Dottore della Chiesa (Tagaste 354-Ippona 430). E’ nel Complesso Monumentale dei Santi Quattro Coronati, luogo di preghiera, accoglienza, condivisione, tutelato dal 1564 dalle Monache Agostiniane, che MT pone la sua istallazione. L’artista con l’opera “Confessiones 2016” richiama il significato della narrazione autobiografica di Agostino, i 13 Libri scritti circa nel 400: le “Confessioni”. Opera letteraria e non solo, testo nel quale con gli eventi della propria vita, oltre la confessione dei peccati Agostino fonda la lode alla Maestà di Dio e appagato e accolto nella Misericordia (vedi, in questo anno 2016 così destinato!), approda alle intime e profonde ragioni della Fede.
Oggi, ai Santi Quattro, dopo aver percorso il Chiostro cosmatesco, si entra nello spazio trapezioidale della Cappella di Santa Barbara, uno dei pochissimi oratori altomedioevali conservati a Roma. L’istallazione è un allestimento simbolico, che oltre il naturale riferimento alla figura e all’opera di Sant’Agostino, è evocazione della Grazia e dei Sacramenti. Maurizio Tiberti ha già realizzato nel passato lavori e performance nel Chiostro: “100 Fiori - BATTESIMO” sul Battistero ritrovato, ed “Ichthys - EUCARESTIA” con i Pesci nell’antica fontana (2010). Oggi con la sua ricerca porge la CONFESSIONE. L’allestimento rende il pensiero fondante: il Sacramento della Confessione è trasformazione e realizzazione dell’Uomo Nuovo, tra verità e giustizia. Il percorso per questo obiettivo è dato dall’attraversamento emblematico e virtuale di una intercapedine, una veletta materica, metallica, oggetto reale da antiquario mobile di Confessionale. Nei suoi trafori è disegnata una Croce. I fili e i nodi di una tessitura sono elaborazioni di parole, gesti, errori, azioni, segni. Dall’alto dell’istallazione cade una Grande Luce.
CONFESSIONES 2016, lavoro di cm 200 x 100, con legni, plastiche, resine e metalli,è sostenuto da frasi e brani significativi riferiti al Sacramento della Confessione estratti dalla scrittura Agostiniana, paradigma dell’avvenimento e della Solennità e, come TAKE ONE possono essere staccati, presi e portati via dagli ospiti intervenuti all’Agape. AG
Foto: Srdja Foto: Roberto Gasperoni
2016 CAVUM ET VIA - PENDOVOLO 2008 - Mostra collettiva di arte contemporanea nel Centro Storico di Bassano in Teverina (VT)
2017 HIC SUNT LEONES 2017 - Mostra personale di arte contemporanea di Maurizio Tiberti - Compagnia degli Androni - Roma - video Anna Giannandrea
Istallazioni, Grafica, Performance; Hic sunt leones è la locuzione fantastica che evoca zone inesplorate delle mappe antiche e che Maurizio Tiberti utilizza per connotare la sua mostra personale nell’officina di via Casilina Vecchia a Roma. Il magnete della sua ricerca è il cervello, organo meraviglioso che cela ancora molti segreti e che gli offre la possibilità allusiva a molteplici moderne allegorie di circuiti neuronali della comunicazione e del tempo.Tra arte e scienza, i simbolici territori di eventi chimici e biochimici, da cui gli attuali moderni “cartografi” di anno in anno lentamente ma inesorabilmente tornano vittoriosi, sono oggetto delle rappresentazioni dell’artista. Tra filologia e arte e istallazioni paradosso, MT porge schegge da Ovidio, Dickinson, Simonide, Agostino, in una mostra agita e performativa. Mentre leggete/scrivo queste parole, una miriade di circuiti fitti e ingarbugliati si sta accendendo nella vostra/mia scatola cranica. Saltando da un neurone all’altro, impulsi elettrici corrono alla velocità della luce in un groviglio di cellule nervose connesse da milioni e milioni di filamenti: ecco, la mostra vi indica questo viaggio visionario.
Hic sunt leones, in quei territori allocano spazio e tempo di cui ancora le neuroscienze cognitive cercano i meccanismi, scintille di eterno e di infinito. I disturbi del senso del tempo appaiono quando il cervello è leso: è conferma del tempo che, come meccanismo nervoso richiede integrità delle aree che lo elaborano? Come possibilità tautologica di mostrare e nominare insieme. Oggi il tempo non è un attributo dell’universo che noi percepiamo ma è in noi. Il tempo è cervello per gli studi naturalistici, clinici, strumentali, per l’approccio anche chimico all’esplorazione dell’inconscio e contro l’eventuale approccio fisico negazionistra Anna Giannandrea
2017 OMAGGIO A EMILY DICKINSON- Performance di Maurizio Tiberti - Compagnia degli Androni - Roma - video di Silvio Capoferro
Il Cervello è più esteso del Cielo
Perché mettili fianco a fianco
L’uno l’altro conterrà
Con facilità e Tu accanto
Il Cervello è più profondo del mare
Perché tienili Azzurro contro Azzurro
L’uno l’altro assorbirà
Come le Spugne i Secchi assorbono
Il Cervello ha giusto il peso di Dio
Perché Soppesali Libbra per Libbra
Ed essi differiranno se differiranno
Come la Sillaba dal Suono
Emily Dickinson
Da Emily Dickinson a MT
La carta geografica delle zone inesplorate della mente
è destinata a essere incompiuta.
Il territorio è talmente vasto…..e il tempo individuale talmente poco…..
Forse, sommando il tempo degli innumerevoli altri che ci hanno preceduto,
misteriosamente più simili che diversi,
assimilabili come una unità se nominati con la parola “specie”,
dicevo, forse,
se calcoliamo il lavoro involontario della specie,
una discreta esplorazione c’è pur stata, ma….
non esiste un archivio che la conservi.
Ciascuno è solo nell’esplorazione e comincia daccapo.
È vasto il cervello che ci ospita.
Sì, ci ospita, come il mare, come il cielo.
Siamo l’incidente della rete neuronale che ci ospita.
Speso ignari alla coscienza dell’esistere,
balbettiamo sillabe davanti alla meraviglia
di itineranti impulsi elettrici che
la spugna, il cervello, illumina
per infinitesimali istanti.
La bellezza di Dio sta nella scatola cranica?
Daniela Bruno
2018 HIC SUNT LEONES 2018 Settimana Mondiale del Cervello . Mostra personale di arte contemporanea - Sala Espositiva "Ex Frontone di Talamone" Orbetello GR
KERMESSE FINALE DI “HIC SUNT LEONES
2018” A ORBETELLO (GR)
Come le zone inesplorate indicate nelle antiche carte geografiche con la
locuzione hic sunt leones, grazie alla fusione di arte e scienza, l’artista
Maurizio Tiberti ha indicato visionarie mappe cerebrali dalle quali ogni anno i
ricercatori / cartografi tornano vincitori. JA
video di Anna Giannandrea
EMILY DICKINSON A ORBETELLO (GR) Maurizio Tiberti ha preparato per la Settimana Mondiale del Cervello SIN, insieme alla psicologa Daniela Bruno, un omaggio a Emily Dickinson (1830 – 1886), realizzato con performance e versi della poetessa americana, recitati da Anna Livia Villa. Egli ha reso così, partecipata con il pubblico, la potenza sensitiva e metafisica della poesia di Emily, in Orbetello in consonanza alla “Settimana” SIN, Società Italiana Neurologia. video di Anna Giannandrea
2018 REDSHIFT - Mostra personale di arte contemporanea - Laboratorio Officina: Compagnia degli Androni in via Casilina Vecchia 21 Roma Anno Europeo del Patrimonio Culturale
REDSHIFT è la pista della ricerca di Maurizio Tiberti nell’officina-studio di via Casilina Vecchia, in area cittadina recuperata dall’archeologia industriale, dove lo spazio è flessibile e destinato al lavoro creativo, ricovero ed esposizione. La mostra è contemporanea alla manifestazione OPEN HOUSE ROMA, iniziativa giunta alla VII Edizione, che apre ai visitatori gli spazi pubblici e privati di Roma Capitale, con eventi in architetture antiche, moderne e contemporanee, in un osservatorio sulla dinamicità della città che si trasforma.
E’ laboratorio di idee e interpretazioni sulla scoperta, ormai conclamata, che l’Universo si sta espandendo. Dati certi e incerti sono resi tra arte e scienza, dall’artista nella sua officina con istallazioni e lavori tra visionarietà e paradosso.
Vita difficile per gli scienziati che si dibattono tra osservazione pratica e teorie per determinare le grandi distanze del Cosmo, essi che già dai lontani anni ’20 hanno intuito che tutte le Galassie stanno allontanandosi tra loro. La gamma cromatica, luminosa che ci perviene dalle stelle, sorgenti lontane, ci rivela la loro origine con la lettura dello spettro elettromagnetico. Ciò è possibile grazie al fenomeno fisico conosciuto come “effetto doppler”, manifestazione di propagazione non solo di onde sonore in un mezzo, ma anche di onde luminose nel vuoto. Così come nel rumore di un treno in corsa, noi percepiamo se si sta allontanando o avvicinando, così accade per la sorgente luminosa della quale percepiamo che essa modifica la sua scia cromatica andando verso il rosso: REDSHIFT, spostamento verso il rosso, marcatore di distanza che aumenta tanto più è distante la luce/stella/galassia. Più è lontana, più velocemente si espande allontanandosi.
Le scoperte, i dubbi stimolano la ricerca dell’artista che tra oggetti e fenomeni cosmici scompone il reale, nel colore, per ricomporre l’impossibile già nei lontani lavori di gravure trattati come simbolo d’infinito. Non metafore o simboli, ma opere operate, dove la procedura artistica è un cenno, astronomia della NUTAZIONE sì, proprio nutazione con la N, e crea una sospensione dal “cosmo prospettico rattrappito e scadente, mistificato della scienza, dal mito, dal laborioso errore del pensiero”, come rifletteva Emilio Villa. AG
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